"La via italiana alla libertà religiosa è segnata dai principi che ispirano la nostra Carta costituzionale, il cui nucleo fondamentale si lega ai diritti inviolabili e la pari dignità sociale delle persone, ai rapporti tra Stato e Chiesa e alla libertà di professare la fede". Lo ha affermato Alberto Gambino, direttore del Dipartimento di scienze umane dell’Università Europea di Roma, introducendo oggi nella stessa Università il convegno su "Diritti fondamentali, libertà religiosa e integrazione", cui partecipano giuristi, autorità laiche e religiose. "Questi valori della Costituzione italiana ha aggiunto il docente rappresentano la base di quello che si suole definire ‘principio di laicità’, che indica la reciproca autonomia tra ordine temporale e ordine spirituale, che non significa indifferenza, ma che va intesa come interdizione dello Stato di entrare nelle vicende interne delle Confessioni religiose; e per l’autorità religiosa come preclusione di esercitare nello Stato anche il potere temporale". "Ne consegue che la libertà di religione e l’esercizio del culto ha proseguito il giurista è una prerogativa, anzi l’asse portante delle democrazie autenticamente laiche". "Per converso ha concluso Gambino credi e fedi che contrastano con i valori che ispirano l’ordine costituzionale, e dunque sono contrari all’umanità, non possono essere accettati".