Il mondo sarebbe dovuto finire già parecchie volte nella storia passata. E a fare il punto delle predizioni è una dettagliata documentazione che l’arcivescovo di Oristano, il teologo Ignazio Sanna, ha consegnato questa mattina ai partecipanti di un convegno in corso all’abbazia di Casamari. Organizzato dalla Commissione per l’ecumenismo e il dialogo della conferenza episcopale laziale, l’incontro è dedicato al tema "Fine del mondo o avvento del Regno?". La documentazione si apre però con una precisazione: il Concilio Vaticano II affermò che noi "ignoriamo il tempo in cui avranno fine la terra e l’umanità e non sappiamo in che modo sarà trasformato l’universo". Ciò che conta, quindi, per la teologia cattolica sottolinea il vescovo "è l’evento stesso, non il modo con cui le diverse categorie scientifiche, culturali, storiche interpretano questo evento". Sta di fatto però che tutte le maggiori tradizioni religiose hanno dato una grande attenzione alla fine dei tempi e a come questa fine sarebbe dovuta accadere. Secondo il Talmud, la Midrash, e l’antico libro cabalistico Zohar, la "data limite" entro la quale il Messia deve apparire corrisponde a 6000 anni dalla creazione (entro il 2240 e.v.). La maggioranza degli Ebrei ortodossi e hassidici crede che il calendario ebraico parta nel suo conteggio dal giorno della creazione; l’anno 2010 del calendario gregoriano corrisponderebbe all’anno ebraico 5770. (segue)” “