Dal calendario dei Maya che preconizzarono il termine del ciclo "del Lungo computo" per il 21 dicembre 2012 alle predizioni della fine del mondo nelle religioni orientali, nei nuovi culti, in letteratura e su Internet. "Fine del mondo o avvento del Regno?" è il titolo del convegno che si è aperto questa mattina nell’abbazia di Casamari (Frosinone) su iniziativa della Commissione per l’ecumenismo e il dialogo della Conferenza episcopale laziale. "Il convegno ha detto mons. Giuseppe Petrocchi, vescovo di Latina e presidente della Commissione laziale parte dalle domande che ciascuno di noi porta dentro: verso dove va la storia? In quale direzione cammina il tempo e cosa ci sarà dopo la fine?". "Sono domande ha osservato mons. Ambrogio Spreafico, vescovo di Frosinone nascoste ed inespresse che rivelano un mondo di incertezza e di paura, una dimensione di precarietà dell’esistenza umana che domina la vita di oggi". Il vescovo ha fatto notare come il tema della fine del mondo sia un tema "antico della Bibbia" che risale al racconto del diluvio: "Da quel racconto emergono per l’umanità due responsabilità: la responsabilità dell’uomo davanti a Dio e la responsabilità dell’uomo davanti al creato e al suo simile". Secondo Michael Guss, professore di religioni orientali, "le teorie sulla presunta fine del mondo" suscitano nella massa una adesione di fede para-religiosa" di "mistica secolarizzata".” “