"Giovanni Paolo II – ha aggiunto il card. Dziwisz – non era contro la teologia della liberazione, propriamente intesa, ma non poteva accettare la teoria della liberazione in versione marxista, la lotta di classe e la violenza perché la dittatura del proletariato propugnata dai regimi marxisti in realtà si dimostrava come dittatura sul proletariato". Di Wojtyla ha parlato dell’intuizione delle Giornate mondiali della gioventù ricordando che "parlava ai giovani, proponeva senza imporre nulla, mostrava una visione chiara della realtà, presentava ai giovani ideali alti, puntava alla profondità, accendeva grandi desideri indicava valori superiori per i quali vale la pena vivere e dare la vita". Al termine della serata, l’arcivescovo di Genova e presidente della Cei, card. Angelo Bagnasco, ha parlato di Giovanni Paolo II come di "una grande figura che ha segnato la Chiesa nel mondo e la storia. La divina provvidenza ha scelto un uomo venuto da lontano per essere pastore della Chiesa universale e per imprimere particolarità che egli portava dentro di sé e la Chiesa è diventata più presente e coraggiosa, più umilmente fiera del grande dono ricevuto della fede e del Vangelo garante dei diritti dell’uomo e di una società più umana perché più vicina a Dio". Al termine della serata il card. Dziwisz ha donato al card. Bagnasco due reliquie del beato Giovanni Paolo II.” “