(Marsiglia, dal nostro inviato) S’intitola "Tempo scaduto" lo studio sulla "più grande discarica abusiva di rifiuti tossici d’Europa", sita in Bussi sul Tirino (Abruzzo). L’iniziativa, curata dagli studenti dell’Università degli studi di Pescara, è stata presentata oggi pomeriggio al Forum alternativo mondiale dell’acqua (Fame),in un incontro su "Territorio e prospettive", per informare su questa realtà dove prima sorgeva uno stabilimento elettrochimico, sita tra due parchi nazionali e a ridosso del fiume Tirino. "È un disastro ambientale senza paragoni", afferma Alessandra Lillo, tra i curatori dell’indagine, parlando di "cloroformio, mercurio e cloro metano" che "albergano in queste acque". "Abbiamo realizzato uno studio spiega per proporre alle istituzioni la realizzazione di un polo formato da un parco della memoria e un centro di ricerca legato all’università dove sperimentare nuove procedure di bonifica, perché è importante prevenire piuttosto che curare". Durante l’incontro è stata raccontata pure l’esperienze del Messico e dei suoi oltre 200 conflitti per difendere l’ambiente. Per la referente Devida Unsalto "la più grande difficoltà è la mancanza di una coscienza comune". "In Messico racconta esistono molteplici discariche e molte acque sono inquinate dagli scarichi delle industrie. Purtroppo media e politica non ci sostengono e questo ci penalizza".” ” ” “