(Dai nostri inviati a Sydney) – "I giovani sono una generazione indagata e vivisezionata: devono però evitare di cadere in quattro trappole". Con questo messaggio il vescovo di Avezzano, mons. Pietro Santoro, ha aperto la sua prima catechesi, questa mattina a Sydney, per gli italiani che partecipano alla Gmg. La prima trappola, ha poi spiegato, "è la perdita del futuro, ovvero la cultura del desiderio e della vita come esperienza immediata dei sensi, per la quale ogni pretesa va subito soddisfatta". Vi è poi, come seconda trappola, la "cultura dei sentimenti riduttivi", che corrisponde a "un’espansione del cuore limitata a un frammento o stagione della vita". La terza insidia è quella del relativismo, per il quale "la verità è un’opinione"; "c’è in giro ha ammonito un’anarchia dei comportamenti per cui non si riconosce una verità fuori di sé". Infine, la quarta trappola, che mons. Santoro ha individuato nella "cultura dello specchio, ossia società dell’immagine", e per la quale "Amleto oggi direbbe: apparire o non apparire?". Ma "tutte queste trappole sono bruciate dal vento della Pentecoste". "Il mattino di Pasqua ha concluso il vescovo Cristo, uscendo dal sepolcro, ha gridato che ogni uomo può liberasi da tutte quelle trappole che limitano la sua libertà".” ” ” ” ” ” ” ” ” ” ” “