"Il rispetto per la vita, e quindi per la dignità di ogni persona, va al di là della fede, e deve essere condivisibile in ogni convivenza civile". A ribadirlo è Paola Ricci Sindoni, docente di filosofia morale all’Università di Messina, interpellata dal Sir in merito alle parole pronunciate ieri dal Papa sull’aborto. "Quello di Benedetto XVI precisa l’esperta, commentando alcuni titoli di stampa apparsi sui giornali di oggi non è un ‘diktat’ integralista, ma un pronunciamento che va letto in un orizzonte di fede, in cui l’idea più scardinante è che la legge sull’aborto non è un ‘diritto’. Semmai, chiede una conversione di rotta su altri diritti che vanno salvaguardati, a partire dal diritto alla vita fin dal concepimento". E’ qui, per Ricci Sindoni, che "si scontrano due visioni del mondo: quella fondata sul valore della persona umana oltre ogni professione di qualsiasi fede, che coinvolge tutte le convivenze civili, e quella laicista, basata sul diritto della donna a gestire anche una vita ‘altra’ da sé". Per il Papa, "le leggi sull’aborto non sono nate per promuovere un diritto, ma per togliere diritti a chi può e deve vivere, il nascituro. Per questo il Papa chiede di spostare l’attenzione dalla madre al bambino, collocando questo compito ‘profetico’ all’interno della grande battaglia dei diritti civili, a partire dalla prospettiva della vita che nasce". (segue)