"La nota Onu spinge gli Stati ad impegnarsi affinché sia colmato lo svantaggio dei disabili e affinché siano garantii loro i diritti umani. Servirebbe però un’adeguata riflessione antropologica in base alla quale l’uomo possa essere definito attraverso i suoi bisogni, sia fisici che spirituali, prima ancora che per le sue capacità". E’ il parere di Palma Sgreccia, docente di filosofia all’Istituto teologico Camillianum, sulla Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità, approvata nel dicembre del 2006 e ratificata dallo Stato italiano nel dicembre 2007. "La Convenzione ricorda Sgreccia sull’ultimo numero di "Medicina e morale" (5/2008) non è stata sottoscritta dalla Santa Sede a motivo di una locuzione presente nell’articolo 25 in cui si menziona la ‘salute sessuale riproduttiva’ che, dalal Conferenza internazionale su popolazione e sviluppo del Cairo (1994), può includere anche l’aborto". Secondo la Santa Sede, in altre parole "è tragico che la Convenzione creata per proteggere le persone con disabilità possa, di fronte ad una situazione di imperfezione del feto, avallare un aborto". (segue)