” “Le "aporie" e le "debolezze che si riscontrano "nella teoria e prassi del liberalismo", nel "processo di unificazione dell’Europa" e "nell’etica pubblica" sono riconducibili "al divorzio dal cristianesimo": questa la tesi di Pera, pienamente condivisa dal card. Ruini. Quanto al liberalismo, il presidente del Comitato per il progetto culturale sottolinea, d’accordo con il filosofo, che la sua autosufficienza è "soltanto apparente, mentre in realtà esso presuppone il riconoscimento dell’altro", e cita un passaggio della lettera di Benedetto XVI: "All’essenza del liberalismo appartiene il suo radicamento nell’immagine cristiana di Dio… Il liberalismo perde la sua base e distrugge se stesso se abbandona questo suo fondamento". Le culture, osserva quindi Ruini, contribuiscono alla formazione dell’identità delle persone e alla vita della società, "a condizione che siano rispettati, e prevalgano su ogni differenza culturale, i diritti fondamentali e naturali delle persone". Proprio qui, annota il porporato, "il multiculturalismo mostra il proprio limite, perché la sua logica interna lo conduce a misconoscere il carattere universale e inalienabile di tali diritti" con la conseguenza che può condurre la società "a ripudiare la propria identità sia culturale sia religiosa". (segue)