CARD. BERTONE: NO ALLA "TENTAZIONE" DELLA "RIPARTIZIONE DEL POTERE"

"La fede non è un fatto che può essere deciso volontaristicamente con criteri politi, la fede può essere solo constatata ed è integrale solo se è vissuta". Ne è convinto il card. Tarcisio Bertone, segretario di Stato vaticano, che nella prolusione di oggi al Marcianum ha messo in guardia dalla "tentazione" della "logica mondana della ripartizione del potere". "Anche la democrazia, come ogni sistema costituzionale – ha fatto notare Bertone – è una struttura di potere, che si pone perciò, lo si voglia o no, al pari di ogni sistema di governo, essenzialmente in termini di ripartizione di potere". Ma tale dinamica del potere, "se trasportata nell’ambito ecclesiale, non può non diventare radicalmente equivoca, perché nella Chiesa il rapporto strutturale tra la gerarchia e il resto del popolo di Dio non può mai essere posto in termini di ripartizione di potere, a meno di scadere nell’empirismo teologico e perciò anche giuridico". Secondo il segretario di Stato, infatti, "il problema non può essere posto né in termini ideologici di lotta di classe, né in quelli più tipicamente politici dell’equilibrio delle forze": all’interno della Chiesa, "il problema di una necessaria e ordinata ripartizione delle competenze non può mai coincidere, come avviene all’interno dell’ambito statale, con il problema del possesso di una porzione più o meno grande del potere".