"Mettiamo sempre al centro la persona" è stato l’invito che il card. Tettamanzi ha rivolto ad "Avvenire", missione che "comporta una duplice responsabilità". "Anzitutto ha chiarito il card. Tettamanzi, rivolgendosi a chi fa il giornale – vi chiede di scrivere con prudenza e con rispetto dei protagonisti della cronaca, anche di coloro che fanno scelte o compiono azioni che sono lontane, che contrastano con la visione cristiana della vita. Anche chi si macchia dei peggiori reati e delle più gravi colpe è pur sempre una persona e come tale amata da Dio e da lui cercata come destinataria della sua salvezza". Un secondo compito "riguarda voi come laici cristiani protagonisti del mondo del lavoro. ‘Avvenire’ è un’azienda particolare, da tutti riconosciuta come vicina alla Chiesa. È quindi decisivo per voi testimoniare come sia possibile coniugare i temi della funzionalità dell’organizzazione aziendale e dell’efficienza con i temi della valorizzazione delle risorse umane e delle capacità personali, in applicazione dei principi propri della Dottrina sociale della Chiesa". Infine, riprendendo le parole di Paolo VI nell’udienza del novembre 1971 ad "Avvenire", il cardinale ha concluso: "Siate sempre più impegnati ad un comune servizio alla causa di Cristo, alla testimonianza della sua Chiesa, alla costruzione di una società sana, moderna, cristiana".” “