Per il card. Tettamanzi, dunque, "il coraggio di giudizi sull’uomo e sulle vicende della storia sempre ispirati al Vangelo sia tra le preoccupazioni principali di ‘Avvenire’". Sincerità, verità e serenità caratterizzino lo stile da adottare: "Siamo chiamati ad essere sinceri ha avvertito il porporato – anche quando può sembrare inopportuno o scomodo esserlo; veraci, giudicando sempre a partire dalla visione dell’uomo in Cristo, dal Vangelo, dalla dottrina della Chiesa: un giudizio che il giornale ‘Avvenire’ deve offrire con quella serenità che è tipica di chi sa di dire la Verità e, proprio per questo, la offre non per accusare o stigmatizzare ma per amare anche quelli che non credono". Per diffondere la verità, il giornale dei cattolici deve assumere "la forma del racconto: racconto della vita delle persone e delle istituzioni, dei fatti positivi e di quelli negativi, delle vicende che inducono a rallegrarsi e degli accadimenti che addolorano e preoccupano". Non solo: occorre anche "distinguere i segni dei tempi: ossia riconoscere, raccontare e condividere i segni della presenza di Dio nella storia, nella vicenda delle donne e degli uomini", senza lasciarsi contaminare "da quelle mode pericolose, inclinazioni negative, deviazioni che tanto giornalismo oggi subisce, pur di vendere, pur di servire non certo la verità, ma l’opinione comune e i poteri forti". (segue)” “