CHIESA E MEDIA: MONS. BETORI, "DARE FORMA CULTURALE ALLA FEDE" PER "CORREGGERE" LE "DEVIANZE" DEL MATERIALISMO

"Solo il riferimento trascendente può correggere le devianze insite in una prospettiva puramente materialistica, per la quale sarebbe difficile negare che tutto ciò che è possibile può essere fatto". Lo ha detto mons. Giuseppe Betori, segretario generale della Cei, intervenendo questo pomeriggio al Convegno dell’Anicec, promosso a Roma (fino al 4 novembre)dalla Fondazione Comunicazione e Cultura della Cei, in collaborazione con il Centro interdisciplinare lateranense della Pontificia Università Lateranense e l’Università cattolica del Sacro Cuore di Milano. Ai cattolici, il segretario generale della Cei ha chiesto di "dare forma culturale alla fede", in continuità con il "progetto culturale" promosso dai vescovi italiani fin dal 1994, evitando sia il "profetismo di sventura" che "l’effetto placebo di rassicuranti analisi". "Il disagio che a volte la comunità cristiana vive – ha detto Betori – è, oltre al difficile riconoscimento nell’attuale cultura di segni e di valori cristiani, la comprensione della inadeguatezza dei modelli educativi tradizionali rispetto alle nuove generazioni": dal punto di vista dell’azione ecclesiale, "non siamo in un tempo di rincorsa e di aggiornamenti posticci quanto piuttosto nell’elaborazione di forme di speranza", proprio a partire dal patrimonio della tradizione cristiana.

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