“Shalom nel mondo ebraico non è solo assenza di guerra, ma anche realizzazione della giustizia" ha sottolineato Enzo Bianchi, superiore della Comunità di Bose, ricordando come nei salmi questo appaia quasi “martellante”. Tuttavia preghiera e dialogo procedono insieme per il superiore di Bose, che afferma: "Una definizione del dialogo, è la preghiera di intercessione per la pace. Intercedere per la pace vuol dire fare un passo avanti per mettersi tra le due parti, come Mosè nel deserto. Quindi è assumere responsabilità precise, a costo di pagare personalmente. Dunque la preghiera non è fuga dalle responsabilità, ma è la prima opera, il primo impegno contro l’inimicizia e la guerra. Cristiani ed ebrei insieme ha concluso – possono accelerare la realizzazione della pace". "Condivido pienamente il valore pratico della preghiera per la pace, come quella che annualmente viviamo nello spirito di Assisi ha confermato Oded Wiener, direttore del Gran rabbinato d’Israele. Per il raggiungimento della pace occorre un grande sforzo umano, superando gli interessi personali, perché si realizzi la visione del profeta Ezechiele".