"E’ l’ecumenismo dei martiri e dei testimoni della fede, che indica la via dell’unità ai cristiani del ventunesimo secolo". Lo ha detto oggi il Papa, nel corso della "divina liturgia" in rito bizantino-ucraino svoltasi all’ippodromo di Leopoli per la beatificazione di 28 martiri. Negli ultimi secoli, ha fatto notare Giovanni Paolo II, "si sono accumulati troppi stereotipi nel pensare, troppi risentimenti reciproci e troppa intolleranza". L’unico mezzo per cambiare strada, secondo il Pontefice, "è dimenticare il passato, chiedere e offrire il perdono gli uni agli altri per le offese inflitte e ricevute, e confidare senza riserve nell’azione rinnovatrice dello Spirito Santo. "Il martirio è la misura più alta del servizio di Dio e della Chiesa", ha ricordato il Papa definendo quella ucraina "una comunità viva e feconda" e sottolineando "l’umanamente inspiegabile fecondità della Chiesa greco-cattolica ucraina negli anni bui della persecuzione". "Io stesso ha detto Giovanni Paolo II sono stato testimone, nella mia giovinezza, di questa sorta di ‘apocalisse’. Con loro ha aggiunto però il Pontefice furono perseguitati e uccisai a causa di Cristo anche cristiani di altre Confessioni. Il loro comune martirio è un forte appello alla riconciliazione e all’unità". Al clero secolare e religioso il Papa ha raccomandato di prestare "attenta cura alla formazione dei futuri sacerdoti e dei chiamati alla vita consacrata, nella linea tipica della tradizione monastica orientale", ma anche di illustrare l’importanza del sacramento del matrimonio: "La famiglia ha detto il Papa citando il Concilio è come una ‘Chiesa domestica’, nella quale i genitori devono essere per i figli i primi annunciatori della fede". "Offrire ai laici una seria formazione evangelica ed ecclesiale": questo l’altro compito assegnato da Giovanni Paolo II al clero ucraino, anche in vista della terza fase del Sinodo locale, che si terrà nel 2002 e sarà dedicata alla "lettura ecclesiale dei problemi sociali dell’Ucraina", di fronte ai quali "la Chiesa non può tacere", visto che "è in gioco la tutela della dignità umana e il bene comune". ” “” “