Non prevalga la cultura del “prima io, i miei, il mio paese”

“Qualsiasi attività politica deve servire e promuovere il bene della persona umana ed essere basata sul rispetto per la dignità di ciascuno.” Così 10 anni fa papa Francesco si rivolgeva al Congresso degli Stati Uniti, ammonendo che in tempi di crisi e di difficoltà economica non si deve perdere lo spirito di solidarietà globale e occorre pensare a quanti si trovano intrappolati nel cerchio della miseria. Un cerchio che, dopo il blocco dei fondi a Usaid e i tagli al budget di altri organismi di aiuti all’estero, è destinato ad allargarsi.

Foto Calvarese/SIR

“Qualsiasi attività politica deve servire e promuovere il bene della persona umana ed essere basata sul rispetto per la dignità di ciascuno.”
Così 10 anni fa papa Francesco si rivolgeva al Congresso degli Stati Uniti, ammonendo che in tempi di crisi e di difficoltà economica non si deve perdere lo spirito di solidarietà globale e occorre pensare a quanti si trovano intrappolati nel cerchio della miseria. Un cerchio che, dopo il blocco dei fondi a Usaid e i tagli al budget di altri organismi di aiuti all’estero, è destinato ad allargarsi. La terra dei sogni oggi produce incubi. Le conseguenze maggiori ricadono sui più vulnerabili, lasciati all’improvviso senza più alcun sostegno. Si sono rivolti ai nostri uffici tanti organismi cattolici: solo per fare due esempi il Jrs che fa capo ai gesuiti ha subito un taglio di 18 milioni di dollari, l’Avsi di oltre 15 milioni. Costretti loro stessi a procedere a licenziamenti improvvisi, a chiudere servizi essenziali a popolazioni nell’emergenza e a dover reperire altri fondi per la mancata restituzione di quanto anticipato per interventi già realizzati. Le loro voci si accavallano e testimoniano come in un attimo siano stati calpestati diritti, dignità e speranze di intere comunità.
Ci racconta don Dante del Cuamm: “Senza alcun preavviso gli uffici sono stati chiusi e nessuno più risponde, è un dramma per la popolazione e anche per noi”. E ancora “Impegni già presi, contratti firmati, in 24 ore sono diventati carta straccia”.
Sicuramente in questi grandi organismi internazionali c’è molto da migliorare e riformare e cogliamo pure questa crisi come opportunità di riflessione, ma non cancelliamo la solidarietà. Soprattutto, non permettiamo che prevalga la cultura del “prima io, i miei, il mio paese”.
Il domani è di tutti e dobbiamo prepararlo senza scartare nessuno. Perché senza una visione d’insieme non ci sarà futuro per nessuno.


Il 20 gennaio il Presidente Trump ha firmato un ordine esecutivo congelando i fondi per gli aiuti all’estero dell’United States agency for international development (Usaid), in attesa della revisione dell’efficienza del loro utilizzo e della loro coerenza con la politica estera USA e i valori americani. L’Agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale, fondata nel 1961 dal presidente Kennedy, nel 2024, con un bilancio consolidato di oltre 50 miliardi di dollari, ha erogato aiuti a più di 130 Paesi, fornendo il 42% di tutti gli aiuti umanitari monitorati dalle Nazioni Unite. Al di là di un’esigenza effettiva di riorganizzazione e razionalizzazione, questo blocco, unito a ingenti tagli di budget anche ad altri organismi, come il Bprm (Bureau of population, refugees, and migration), nell’immediato sta mettendo in grosse difficoltà governi, agenzie internazionali, Ong e organizzazioni della società civile in tutto il mondo. Si sono bloccati migliaia di servizi e progetti per i più vulnerabili. Tra azioni legali incrociate e sentenze restano forti preoccupazioni sui valori alla base delle relazioni internazionali e sul prevalere di una visione che rischia di calpestare diritti e dignità.


L’effetto domino delle decisioni americane è globale, a partire dai grandi organismi internazionali per arrivare nei singoli Paesi e nelle singole comunità. Sono numerosi anche i progetti di Ong e organismi cattolici italiani che devono trovare nuove fonti di finanziamento.”L’improvvisa decisione ci ha lasciati senza possibilità di prepararci o pianificare una transizione, ed è estremamente difficile spiegarlo ai rifugiati che accompagniamo”. Così Michael Schöpf Sj, direttore internazionale del Servizio dei gesuiti per i rifugiati (Jrs) che aggiunge “sono duramente colpiti i progetti destinati alle persone vulnerabili in nove Paesi, tra cui Ciad, Etiopia, Iraq e Sud Sudan. Progetti che offrivano sostegno a oltre 100.000 rifugiati, principalmente nei settori dell’istruzione, della salute mentale, dell’aiuto di emergenza e dell’inclusione sociale”. Gli fa eco con sconforto Giampaolo Silvestri, segretario generale di Avsi: “Nel 2025 i finanziamenti americani già approvati da Usaid e altri organismi ammontavano a 20 milioni di dollari, pari al 17% del budget. L’impatto è stato immediato sui servizi per oltre 675.000 beneficiari e sui salari di 700 persone dello staff coinvolte. Sono stati colpiti i nostri progetti in Haiti, Brasile, Ecuador, Messico, Rdc, Somalia, Kenya, Uganda, Mozambico, Sud Sudan e Myanmar”. Don Dante Carraro, direttore di Medici con l’Africa Cuamm aggiunge “Le conseguenze immediate maggiori le abbiamo avute in Uganda, a Karamoja, regione poverissima nord est del Paese, e riguardano due progetti che coinvolgono in particolare mamme e bambini. Uno nell’ambito della salute materno infantile e cura del neonato e il secondo per ridurre incidenza e diffusione della tubercolosi”. Gran parte dei progetti che hanno subito uno stop riguardano infatti il sostegno ai sistemi sanitari, il contrasto a malaria, tubercolosi, epidemie, i programmi di nutrizione. Colpiti anche la lotta al terrorismo, il traffico di esseri umani e di droga, il monitoraggio e l’assistenza ai migranti, l’assistenza umanitaria per rispondere alle emergenze e aiutare a stabilizzare le regioni devastate dalla guerra. Inevitabili saranno pertanto i contraccolpi sugli scenari geopolitici e gli effetti boomerang. Basti pensare ad esempio che è stata interrotta la sorveglianza dell’influenza aviaria in 49 Paesi e sono stati sospesi centinaia di studi clinici con migliaia di pazienti. Non è solo una questione di carattere economico ma investe direttamente la vita delle persone e tocca i principi etici fondamentali, di dignità, equità e giustizia. Non possiamo abitare la “casa comune” sapendo che una moltitudine di fratelli e sorelle è sempre più immersa nell’esclusione sociale e nella vulnerabilità. Già oggi oltre tre miliardi di persone in Africa, America Latina e in Asia, per esempio, vivono in Paesi costretti a spendere più soldi per ripagare gli interessi sui debiti che per finanziare sanità o istruzione. Anche di fronte a questi cupi scenari restiamo però convinti che si può ripartire, sempre. Insieme, con una responsabilità condivisa. La Conferenza episcopale italiana cerca di fare la sua parte, restando accanto alle chiese e alle comunità locali, valorizzandone le iniziative per promuovere uno sviluppo umano integrale, in contesti di testimonianza evangelica e di solidarietà fra i popoli. Tramite il Servizio e il Comitato per gli interventi caritativi per lo sviluppo dei popoli (Sicsp), grazie ai fondi derivanti dall’8xmille che i contribuenti italiani destinano alla Chiesa cattolica, finora sono stati sostenuti più di 18.000 progetti in 108 paesi, investendo oltre 2.500 milioni di euro. Molti gli ambiti di intervento: sanitario, tecnico, agricolo, ambientale, economico e per l’inclusione sociale, la promozione delle minoranze etniche, l’alfabetizzazione di base, la formazione inclusiva. Sono stati inoltre attivati, in collaborazione con Caritas, congregazioni e altre realtà attive in loco, progetti di emergenza per aiutare e sostenere le popolazioni a seguito di calamità naturali e conflitti armati. Di fronte ai bisogni crescenti sono solo dei segni, non possono arginare la carenza di fondi per la cooperazione e gli aiuti, né sanare i macroscopici squilibri, ma se li consideriamo sementi piene di potenzialità, possono contribuire ad alimentare una cultura della solidarietà, che si arricchisce nella reciprocità, moltiplicandosi là dove ci sono terreni fertili e contadini volenterosi. Spes non confundit. Approfondimenti sui progetti: https://sicsp.chiesacattolica.it

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