Vita da mediano

La scomparsa di Diego Armando Maradona ha scatenato, come era facile prevedere, una esplosione di reazioni, fino a”santificare” il campione argentino, sulle cui qualità calcistiche indubbiamente nulla da eccepire, ma che si intersecano inevitabilmente su scelte estreme per la sua vita privata. Ma non sta a noi giudicare, naturalmente e nemmeno vogliamo fare i moralisti. Pensando, però, a Maradona e contemplando le sue azioni calcistiche, con magie tecniche certamente eccezionali, ci veniva da pensare alla famosa canzone di Ligabue, “Una vita da mediano”, rapportando le due “modalità” calcistiche ed umane della vita di Maradona e del “mediano” identificato dallo stesso Ligabue in Oriali.

Diego Armando Maradona

La scomparsa di Diego Armando Maradona ha scatenato, come era facile prevedere, una esplosione di reazioni, fino a”santificare” il campione argentino, sulle cui qualità calcistiche indubbiamente nulla da eccepire, ma che si intersecano inevitabilmente su scelte estreme per la sua vita privata.
Ma non sta a noi giudicare, naturalmente e nemmeno vogliamo fare i moralisti. Pensando, però, a Maradona e contemplando le sue azioni calcistiche, con magie tecniche certamente eccezionali, ci veniva da pensare alla famosa canzone di Ligabue, “Una vita da mediano”, rapportando le due “modalità” calcistiche ed umane della vita di Maradona e del “mediano” identificato dallo stesso Ligabue in Oriali.
Vite calcistiche, ma anche e soprattutto vite umane. Anche nella vita normale queste modalità spesso si scontrano o si intersecano. Modalità che vorremmo identificare, da una parte, con l’ immagine di Maradona, una vita estrema, una vita ingarbugliata, con scelte controcorrente, con atteggiamento spesso fuori dalla “normalità” quotidiana e la “vita da mediano”, che facilmente possiamo identificare nel padre di famiglia che suda ogni giorno per portare a casa da mangiare per i suoi figli, che fa le stesse cose per cinquant’anni, con gli stessi ritmi e le medesime abitudini, che non può permettersi nemmeno un dribbling o una “distrazione”.
Entrambi, il mediano e l’attaccante sono campioni, entrambi faticano, solo che uno vive una esistenza da “passista” e l’altro da “velocista”, rischiando spesso cadute o di andare addirittura fuori strada.
Ligabue ammira e loda il “mediano” che non vincerà mai un “pallone d’oro”, ma che sarà spesso decisivo, con la sua costanza e il suo sacrificarsi per la squadra, a fronte del “campione, in più delle volte attaccante, che è alla costante ricerca dei fuochi d’artificio, che sa accattivarsi il consenso dei tifosi con qualche dribbling in più, che sa che può addirittura permettersi di sbagliare, nella certezza che uno sbaglio il più delle volte può essere ripagato con una funanbolica azione.
“Vita da mediano” nella rigida osservanza imposta dall’allenatore. Vita da campione, al quale viene non solo perdonato ma addirittura applaudito un goal fatto con una mano,…ingannando lo stesso arbitro.
Facilmente possiamo capire che questi esempi calcistici, addossati a “campioni” con ruoli diversi, possono essere trasportati per la vita di ciascuna persona, per stili di vita diversi.
La vita è come un allenatore di calcio, ci assegna un ruolo, può essere quello di mediano, può essere quello di attaccante,…entrambi servono per vincere una coppa. Entrambi sanno, però, che quando il loro ruolo viene “trasportato nella vita normale,…c’è la possibilità che il “mediano” trovi la sua “rivincita” e la vita lo possa premiare più di uno stadio gremito di tifosi.

(*) direttore “L’Araldo Lomellino” (Vigevano)

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