La sana laicità della politica

Gli Stati Uniti d’America sono un Paese molto giovane, che non ha maturato una cultura della sana laicità della politica. Forse per questo Mike Pompeo, segretario di Stato degli Usa, ha fatto quelle strane e inaccettabili affermazioni circa la scelta della Chiesa Cattolica nei riguardi della Cina.

(Foto Siciliani-Gennari/SIR)

Gli Stati Uniti d’America sono un Paese molto giovane, che non ha maturato una cultura della sana laicità della politica. Forse per questo Mike Pompeo, segretario di Stato degli Usa, ha fatto quelle strane e inaccettabili affermazioni circa la scelta della Chiesa Cattolica nei riguardi della Cina. Egli cede alla tentazione di tutti coloro che si sono sentiti potenti sul piano globale, quella di strumentalizzare le religioni a proprio vantaggio. Ha scritto, infatti, sulla rivista “First Things”, fiore all’occhiello dei cattolici “neoconservatori” americani: “Due anni fa la Santa Sede ha raggiunto un accordo con il Partito Comunista Cinese nella speranza di aiutare i cattolici in Cina… l’abuso del Partito Comunista Cinese sui fedeli è solo peggiorato… il Vaticano metterebbe in pericolo la sua autorità morale se rinnovasse l’accordo”. Quello di Pompeo (nella foto) è un intervento francamente poco elegante, diplomaticamente rozzo e senza alcuna ragione in sé. Richiama quello di John Ellis Bush, del Partito Repubblicano, 43º governatore della Florida dal 1999 al 2007, figlio del 41º presidente degli Stati Uniti George H. W. Bush e fratello minore del 43°, George W. Bush. Egli, infatti, criticò la Laudato Si’, affermando che papa Francesco non era uno scienziato esperto di climatologia. Ricordo che il cardinal Peter Turkson rispose: “Per quanto ne so, neanche Bush lo è”. Il punto sulla laicità della politica rimane sconosciuto presso i conservatori cattolici, americani e non solo. Come rimane diffusa, presso di loro, la fede ingenua per la quale la creazione è avvenuta così come la leggiamo nella Bibbia. Nella Chiesa la laicità dello Stato e della politica non è affatto un concetto rifiutato, anzi è promosso. Giovanni Paolo II nel 2005, in una lettera ai vescovi francesi, scrisse: “Il principio di laicità (…) se ben compreso, appartiene anche alla dottrina sociale della Chiesa. (…) Da parte sua la non confessionalità dello Stato, che è una non ingerenza del potere civile nella vita della Chiesa e delle diverse religioni, come pure nella sfera spirituale, permette a tutte le componenti della società di lavorare insieme per il servizio di tutti e della comunità nazionale”. E poco più avanti, afferma, “la laicità, lungi dall’essere un luogo di scontro, è realmente l’ambito per un dialogo costruttivo”. Tutto questo è ben lontano dall’idea di Pompeo, che intende strumentalizzare le religioni ai fini della politica Usa contro la Cina. Soprattutto, non può permettersi di parlare contro papa Francesco, per sostenere Trump alle presidenziali Usa di novembre.

(*) direttore “Il Momento” (Forlì)

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