Nel mondo virale

Sono giorni chiassosi. Forse anzi, sicuramente, troppo chiassosi. Che confondono. E la confusione è l’habitat ideale per far attecchire la paura. Se poi alle notizie si aggiungono i commenti più vari, che arrivano da esperti improvvisati che, come bagaglio esperienziale hanno ore e ore di frequentazione dei social, beh allora il rischio di non distinguere più reale da fasullo, vero da falso, diventa alto. E quando il tema è la salute, la posta in gioco è merce davvero delicata.

Sono giorni chiassosi. Forse anzi, sicuramente, troppo chiassosi. Che confondono. E la confusione è l’habitat ideale per far attecchire la paura. Se poi alle notizie si aggiungono i commenti più vari, che arrivano da esperti improvvisati che, come bagaglio esperienziale hanno ore e ore di frequentazione dei social, beh allora il rischio di non distinguere più reale da fasullo, vero da falso, diventa alto. E quando il tema è la salute, la posta in gioco è merce davvero delicata.
Curioso che il termine virale, da virus, sia spesso utilizzato per le “cose del web” che riescono a diffondersi a macchia d’olio nelle trame della rete. Nel caso specifico del Coronavirus (Covid-19) l’abbondanza di informazione e la sovrabbondanza di disinformazione possono creare non pochi problemi.
In questo contesto si inserisce anche il nostro lavoro, il lavoro di chi fa informazione. E non mancano certo le storture, lo abbiamo visto leggendo titoli apocalittici, a volte fuorvianti o fuorviati. Le storture le abbiamo viste anche nel mondo politico, dove ogni occasione è buona per fare propaganda, o in certi settori in cui la tentazione di “approfittare della situazione” è forte. E si sconfina nello sciacallaggio.
Per quel che ci riguarda il nostro unico obiettivo – e lavoriamo per questo – è tentare di dare informazioni corrette che, partendo da fatti reali che non possiamo negare (le misure che sono state prese in questi giorni e l’allerta generale), aiutino però i lettori a districarsi in questo momento particolarmente confuso. Che per alcuni può diventare motivo di grande apprensione se non di vero e proprio panico.
Questo ci impegniamo a fare. Non vogliamo negare i fatti, ma neppure puntare la nostra lente soltanto sulle criticità. Non ci troverete per le strade a puntare microfoni per chiedere “lei ha paura?”, ma semmai cercheremo di dare qualche indicazione e qualche risposta che arrivano da chi è più esperto di noi. Non ci interessa vendere una sola copia in più del giornale “grazie” al virus, semmai fornire un servizio per un maggiore discernimento.
Responsabilmente. E il senso di responsabilità è quello che chiediamo a tutti coloro che a vario titolo hanno un ruolo, dalla comunità scientifica al mondo politico, al mondo economico. E magari anche a chi dietro ad una tastiera e ad un profilo social può comunque dare il proprio contributo, in positivo e in negativo.

(*) direttore “La Fedeltà” (Fossano)

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