Le idee chiare della premier

Giorgia Meloni è la prima donna presidente del Consiglio dei ministri; una novità di rilievo. Arriva dopo una serie di crisi: economico-finanziaria, covid, guerra in Ucraina. Saranno le misure per affrontarle che ci daranno la caratura di questo presidente e del suo governo. L’attenzione dovrà essere sulla capacità di fare politica di una leader che sta manifestando una personalità notevole anche nel confronto dei partiti alleati. Inoltre, per sua decisione e dei suoi collaboratori, penso, il suo partito ha una connotazione propria e non è solo una emanazione della leader. Tutto ciò è frutto di un pensiero della Meloni, espresso in diverse occasioni, sulla necessità dei corpi intermedi, cioè dei partiti, dei sindacati e delle associazioni della società. Ha voluto chiudere l’epoca della relazione diretta leader-popolo che annullava ogni intermediazione.

(Foto: Presidenza del Consiglio dei ministri)

Giorgia Meloni è la prima donna presidente del Consiglio dei ministri; una novità di rilievo. Arriva dopo una serie di crisi: economico-finanziaria, covid, guerra in Ucraina. Saranno le misure per affrontarle che ci daranno la caratura di questo presidente e del suo governo. L’attenzione dovrà essere sulla capacità di fare politica di una leader che sta manifestando una personalità notevole anche nel confronto dei partiti alleati. Inoltre, per sua decisione e dei suoi collaboratori, penso, il suo partito ha una connotazione propria e non è solo una emanazione della leader. Tutto ciò è frutto di un pensiero della Meloni, espresso in diverse occasioni, sulla necessità dei corpi intermedi, cioè dei partiti, dei sindacati e delle associazioni della società. Ha voluto chiudere l’epoca della relazione diretta leader-popolo che annullava ogni intermediazione.
Così si inizia e, si augura, un probabile ritorno della politica che sia la fine dell’antipolitica, dei partiti personali, della propaganda e della protesta, non quello delle soluzioni. La nuova maggioranza ha, fin dall’inizio, posto in atto scelte che marcano le identità, come nelle elezioni dei presidenti di Camera e Senato, nella rinomina di alcuni ministeri: sovranità alimentare, famiglia-natalità-pari opportunità, istruzione e merito. Le parole hanno un peso, ma saranno poi le scelte a definirne la qualità. Il sovranismo potrà convivere con la fedeltà all’Unione Europea e alla Nato, affermata dalla Meloni? Lei si è mossa con idee chiare e i ministri che si è scelta dovranno lavorare in sintonia. Il criterio di valutazione dei cattolici sarà la Dottrina sociale della Chiesa, l’unico orientamento, non ideologie e schieramenti. Se con i governi precedenti c’erano aspetti molto discutibili – aborto, eutanasia, unioni civili come matrimoni – ora si dovrà vigilare sull’accoglienza di immigrati e rifugiati, sulle politiche sociali di inclusione e integrazione. Si dovrà verificare come verranno affrontate le povertà, il problema demografico, la transizione ecologica, la crisi energetica, il lavoro soprattutto per i giovani, le riforme dell’organizzazione democratica dello Stato e della legge elettorale. C’è anche il problema dell’opposizione, sempre necessaria in democrazia: essa dovrà rianimarsi dopo una sconfitta sonora, dovuta a radicalismi da una parte e a partiti personali da un’altra. L’antipolitica e i richiami ideologici – come il costante riferimento al fascismo – andranno superati, e si dovranno fare osservazioni pertinenti alle misure che si adotteranno.

 

 

 

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