Sotto lo stesso tetto

I più giovani non credono alle estati miti che noi raccontiamo. Sono convinti che ci piaccia favoleggiare. Invece non è così. Oltre il caldo, torrido in particolare nelle città continentali, ciò che stiamo soffrendo di più è la mancanza di piogge

(Foto: ANSA/SIR)

Temperature tropicali nel Regno unito. Sopra i 40 gradi nelle città italiane, così come a Parigi. Bruciano i boschi in mezza Europa con il caldo africano e l’alta pressione che non fanno presagire nulla di rinfrescante almeno fino al termine di luglio.

Per la pioggia, tanto invocata, ci sarà ancora da attendere. Ci vorrà pazienza. Lo dicono numerosi esperti. Anzi, fanno intendere che, ben che vada, con queste nuove condizioni climatiche dovremo conviverci. Perché, se non sarà anche peggio di così, come minimo sarà questa la nuova normalità. Possiamo anche scordarci le estati con 28-30 gradi e le sere con il maglioncino di cotone sulle spalle.

Qua le temperature sono elevatissime e l’ambiente in cui viviamo cambia in maniera repentina. I più giovani non credono alle estati miti che noi raccontiamo. Sono convinti che ci piaccia favoleggiare. Invece non è così. Oltre il caldo, torrido in particolare nelle città continentali, ciò che stiamo soffrendo di più è la mancanza di piogge. In Romagna i millimetri scesi sono davvero pochissimi, in questa prima metà del 2022. Il sole è a picco da settimane, come poteva accadere solo nelle regioni del sud. Il cielo è quasi sempre dell’azzurro tipico della montagna. Si scruta spesso l’orizzonte per vedere se arriva qualche nuvola sui campi riarsi.

Le conseguenze di questa crisi climatica sono e saranno sempre più drammatiche. Nelle campagne si rischiano molti raccolti. Le riserve idriche sono al lumicino e non è escluso che si debba ricorrere a razionare le forniture di acqua potabile. Le alte temperature sconvolgono gli scenari naturali con i quali saremo chiamati a rapportarci in maniera differente rispetto a un recente passato. Tutta la casa comune soffre. La casa comune, come l’ha definita papa Francesco nell’enciclica del 2015 Laudato si’, è appunto di tutti. Quella in cui ciascuno di noi abita. Una dimora che ora pare meno accogliente, anche per quello che abbiamo saccheggiato e distrutto negli ultimi decenni. Questa nostra casa è da salvare, lo ricorda spessissimo Bergoglio. Non ci sono scappatoie a questa soluzione, pena la dissoluzione del pianeta.

Come ci si può riuscire? Tocca a ciascuno di noi, ognuno con le proprie azioni e la propria responsabilità. Con l’attenzione agli sprechi, ai consumi e ai rifiuti. Per bloccare il declino, dobbiamo smettere di pensare ciascuno al proprio tornaconto personale e comprendere che abitiamo insieme, sotto lo stesso tetto.

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