Elezioni amministrative: affluenza in calo per i ballottaggi, affermazione del centro-sinistra. Due sindaci dalle liste civiche

Da un'analisi sintetica dei dati emerge che oltre alle caratteristiche personali dei candidati, sempre molto rilevanti sul territorio, ha giocato un ruolo decisivo la capacità degli schieramenti di presentarsi agli elettori in modo unitario. Si conferma che sia il centro-sinistra che il centro-destra vincono quando riescono a realizzare una convergenza di elettorati che in alcuni casi può anche prescindere da alleanze formali tra partiti. Resta sullo sfondo la grande questione dell'astensionismo su cui le forze politiche nazionali devono riflettere tenendo anche conto del risultato molto significativo dei candidati delle liste civiche

(Foto ANSA/SIR)

Nei ballottaggi per le elezioni amministrative affluenza alle urne ancora in netto calo, anche nei confronti del primo turno. Nei Comuni capoluogo affermazione del centro-sinistra che elegge sette sindaci su tredici, compreso quello di Verona su cui maggiormente erano puntati i riflettori della politica nazionale. Da notare anche il successo di due sindaci espressione di liste civiche.

Astensione in aumento, dunque. Gli elettori che hanno votato sono stati il 42,16% degli aventi diritto, a fronte del 54,11% del primo turno nei medesimi Comuni. Il calo della partecipazione nei ballottaggi è un fenomeno che si manifesta già da alcuni anni. Nel 2017, per esempio, tra i due turni c’era stato uno scarto negativo del 16,1%, ma l’affluenza era rimasta comunque al di sopra della metà del corpo elettorale.

La non identificazione con i candidati rimasti in lizza è la principale spiegazione di questa tendenza, anche se proprio nel ballottaggio, a ben vedere, l’elettore detiene un potenziale di scelta più diretto ed esplicito. È comunque una dinamica che va inserita nel più generale contesto di crisi della partecipazione politica, crisi di offerta più che di domanda.

A Verona è stato eletto sindaco Damiano Tommasi (cs) con il 53,34%. A Catanzaro, unico comune capoluogo di Regione coinvolto nei ballottaggi, è prevalso Nicola Fiorita (cs) con il 58,24%. Gli altri eletti espressione del centro-sinistra sono Michele Guerra, a Parma, con il 66,19%; Katia Tarasconi, a Piacenza, con il 53,46%; Paolo Pilotto, a Monza, con il 51,12%; Giorgio Abonante, ad Alessandria, con il 54,41%; Patrizia Manassero, a Cuneo, con il 63,31%. I sindaci eletti con il sostegno del centro-destra sono l’uscente Rodolfo Ziberna, a Gorizia, con il 52,23%; Mario Pardini, a Lucca, con il 51,03%; Riccardo Mastrangeli, a Frosinone, con il 55,32%; Cosimo Cannito, a Barletta, con il 65,03%. A Como e a Viterbo sono stati eletti i candidati “civici”, rispettivamente Alessandro Rapinese, con il 55,36%, e Chiara Frontini, con il 64,92%.

Da un’analisi sintetica dei dati emerge che oltre alle caratteristiche personali dei candidati, sempre molto rilevanti sul territorio, ha giocato un ruolo decisivo la capacità degli schieramenti di presentarsi agli elettori in modo unitario.

Si conferma che sia il centro-sinistra che il centro-destra vincono quando riescono a realizzare una convergenza di elettorati che in alcuni casi può anche prescindere da alleanze formali tra partiti. Resta sullo sfondo la grande questione dell’astensionismo su cui le forze politiche nazionali devono riflettere tenendo anche conto del risultato molto significativo dei candidati delle liste civiche. Queste ultime manifestano una forma di rifiuto delle proposte politiche tradizionali, ma allo stesso tempo – a differenza dell’astensionismo – indicano anche la ricerca di un’alternativa nel senso della partecipazione.

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