Matrimoni a scadenza

Una bufala che circola sui social vuole che il comune di Bugliano, in provincia di Pisa, abbia introdotto la possibilità di contrarre un matrimonio a tempo, pagando la relativa tassa. Lo si può trovare su un account Instagram e sul web, ma ad un esame più attento ci si rende conto della bufala poiché il citato comune non esiste. Ma non si tratta proprio una novità. Infatti già nel 1997 ne parlava già Enzo Biagi in un articolo sul Corriere della Sera partendo dalla proposta di alcuni intellettuali inglesi, visto il crescente numero di divorzi. Successivamente c'era stata una proposta in Germania da una esponente del partito cattolico bavarese di fissare una scadenza per i matrimoni rifacendosi alla crisi del settimo anno. I dati medi europei infatti fissano in 15 anni la durata dei matrimoni.

foto SIR/Marco Calvarese

Una bufala che circola sui social vuole che il comune di Bugliano, in provincia di Pisa, abbia introdotto la possibilità di contrarre un matrimonio a tempo, pagando la relativa tassa. Lo si può trovare su un account Instagram e sul web, ma ad un esame più attento ci si rende conto della bufala poiché il citato comune non esiste.
Ma non si tratta proprio una novità. Infatti già nel 1997 ne parlava già Enzo Biagi in un articolo sul Corriere della Sera partendo dalla proposta di alcuni intellettuali inglesi, visto il crescente numero di divorzi. Successivamente c’era stata una proposta in Germania da una esponente del partito cattolico bavarese di fissare una scadenza per i matrimoni rifacendosi alla crisi del settimo anno. I dati medi europei infatti fissano in 15 anni la durata dei matrimoni.
Nel 2011 a città in Messico, dove il 50% dei matrimoni finisce entro i primi due anni, è stata fatta una proposta di legge per dare modo a chi contrae matrimonio di fare un rinnovo biennale dello stesso, per evitare il sovraccarico nei tribunali di richieste di divorzio. Esistono oggi, anche in Italia, addirittura delle agenzie che organizzano feste di divorzio a conclusione dell’iter giuridico.
Aldilà della bufala di Bugliano, potremmo definire queste proposte delle vere e proprie stupidità. Dal punto di vista legale infatti ci si può chiedere perché non regolamentare meglio le leggi sul divorzio? Oppure perché sposarsi se si pensa ad un discorso temporaneo? Non sarebbe meglio convivere? La convivenza rimane una cosa seria e non si è costretti a sposarsi, ma è una volontà personale, rimane anch’essa una cosa seria. Le leggi sul divorzio, così come tutte le leggi, vanno fatte ‘seriamente’, regolando tutti i diversi aspetti e valutando le varie casistiche. Rimane sempre la libertà di scelta, se ci si sposa ci si assume un certo tipo di responsabilità, come anche la convivenza e rimane quindi una libera scelta.
Certamente se si vuole contrarre matrimonio religioso, si deve seguire quanto viene stabilito dal diritto ecclesiastico, non è eticamente corretto pretendere che le regole si adattino alle proprie esigenze. Meglio non sposarsi in chiesa! Ma viviamo tempi nei quali prevale più l’aspetto ludico della vita, almeno nelle nostre società opulente, e il peso delle responsabilità è sempre più eluso. In questa leggerezza dell’essere chi ne piange le conseguenze sono sempre più i figli che alla fine, volenti o nolenti, si adeguano, anche se le ferite inferte dalla separazione dei genitori restano a lungo nella vita creando rabbia e frustrazione, foraggiando la pletora di psicologi e psicoterapeuti che prolificano sempre più. Ma tanto i genitori se la cavano con qualche regalino più o meno importante.
Se l’amore può dunque finire chissà perché ci fanno ardere il cuore quelle storie a lieto fine in cui i protagonisti “vissero felici e contenti”!

 

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