Amore al prossimo e con-passione

La crescita delle povertà e i disagi delle popolazioni dovuti a crisi climatiche e a guerre più o meno intense, quelle che provocano migrazioni, possono costituire un terreno in cui far crescere una coscienza etica, a partire dalla constatazione della sofferenza prodotta. Potrebbe nascere un’attenzione alla vita nel suo complesso, in particolare a quella delle persone. Aver ricordato la Shoah il 27 gennaio e il prepararci alla Giornata del ricordo delle le foibe il 10 febbraio, dovrebbe far maturare in noi una sensibilità sulla sofferenza passata, per la quale non si può che “ricordare”, cioè riportare al cuore.

foto SIR/Marco Calvarese

La crescita delle povertà e i disagi delle popolazioni dovuti a crisi climatiche e a guerre più o meno intense, quelle che provocano migrazioni, possono costituire un terreno in cui far crescere una coscienza etica, a partire dalla constatazione della sofferenza prodotta. Potrebbe nascere un’attenzione alla vita nel suo complesso, in particolare a quella delle persone. Aver ricordato la Shoah il 27 gennaio e il prepararci alla Giornata del ricordo delle le foibe il 10 febbraio, dovrebbe far maturare in noi una sensibilità sulla sofferenza passata, per la quale non si può che “ricordare”, cioè riportare al cuore. Da questo può e deve nascere una capacità di con-passione, una partecipazione culturale ed esistenziale alle sofferenze, dall’esperienza di quelle passate a quelle attuali, sulle quali possiamo intervenire. La crescita delle povertà e i disagi delle popolazioni dovuti a crisi climatiche e a guerre più o meno intense, quelle che provocano migrazioni, possono costituire un terreno in cui far crescere una coscienza etica, a partire dalla constatazione della sofferenza prodotta. Potrebbe nascere un’attenzione alla vita nel suo complesso, in particolare a quella delle persone. Aver ricordato la Shoah il 27 gennaio e il prepararci alla Giornata del ricordo delle le foibe il 10 febbraio, dovrebbe far maturare in noi una sensibilità sulla sofferenza passata, per la quale non si può che “ricordare”, cioè riportare al cuore. Da questo può e deve nascere una capacità di con-passione, una partecipazione culturale ed esistenziale alle sofferenze, dall’esperienza di quelle passate a quelle attuali, sulle quali possiamo intervenire.

(*) direttore “Il Momento”

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