I sacrifici dei vincitori e quelli dei vinti e lo specchio dell’anima

È un elemento di guardia. Dobbiamo stare molto attenti alle distorsioni che producono i mezzi della comunicazione sociale. Abbiamo vinto, come atleti azzurri, diverse medaglie d'oro alle Olimpiadi in corso a Tokyo. Tutti, anche noi, abbiamo festeggiato per i trionfi di Marcell Jacobs sui 100 metri, un'impresa storica, e il successo nel salto in alto, a pari merito, di Gianmarco Tamperi. I due atleti azzurri, assieme a tanti altri che in questi giorni estivi e lontano dal nostro Paese hanno conquistato medaglie, hanno detto a chiare lettere di essere stati ripagati dei loro molti sacrifici.

epa09385792 Lamont Marcell Jacobs of Italy celebrates after winning the Men's 100m final during the Athletics events of the Tokyo 2020 Olympic Games at the Olympic Stadium in Tokyo, Japan, 01 August 2021. EPA/JOE GIDDENS AUSTRALIA AND NEW ZEALAND OUT

È un elemento di guardia. Dobbiamo stare molto attenti alle distorsioni che producono i mezzi della comunicazione sociale. Abbiamo vinto, come atleti azzurri, diverse medaglie d’oro alle Olimpiadi in corso a Tokyo. Tutti, anche noi, abbiamo festeggiato per i trionfi di Marcell Jacobs sui 100 metri, un’impresa storica, e il successo nel salto in alto, a pari merito, di Gianmarco Tamperi. I due atleti azzurri, assieme a tanti altri che in questi giorni estivi e lontano dal nostro Paese hanno conquistato medaglie, hanno detto a chiare lettere di essere stati ripagati dei loro molti sacrifici. Il che sembrerebbe voler dire: ce l’abbiamo messa davvero tutta, così sono arrivati i risultati che ci siamo meritati. Giustamente, aggiungerei. E ci siamo anche commossi ascoltando le loro imprese, gli infortuni, le cadute e le risalite. Bellissimi successi, nulla da ridire, ci mancherebbe.

In questa occasione, come in altre precedenti e simili, ho fatto una riflessione. Chi parla degli atleti che arrivano quarti, quinti, sesti o anche solo (si fa per dire) in semifinale o ai quarti? Chi racconta le loro storie, i loro sacrifici, immagino tantissimi, che non vengono raccolti da nessuno e rimangono nell’intimo dei loro cuori e dei loro corpi affaticati e a volte anche delusi?

Credo che per un atleta che arriva alle Olimpiadi ci siano da immaginare percorsi di grandissime rinunce. Non si può andare ai Giochi olimpici come si va a bere un aperitivo in spiaggia. Anzi, saranno centinaia gli aperitivi e i ritrovi con gli amici cui hanno dovuto rinunciare vincitori di ori, di cui tutti narrano le imprese, e atleti che hanno gareggiato senza salire sul podio. Lo stesso percorso, le stesse fatiche, ma niente ribalta per chi non arriva tra i primi tre.

Attenzione, direi, a questa distorsione che impongono i mass media. Non è vero che se uno affronta tanti sacrifici poi arriva alla medaglia d’oro. Non è assolutamente questa la realtà. Per uno solo che ci arriva, a centinaia e migliaia altri bravissimi sportivi, così come nella vita di tutti i giorni, ci hanno messo tutto loro stessi e non ce l’hanno fatta. L’importante, penso, credo sia impegnarsi al massimo, sempre e comunque. La medaglia d’oro per ciascuno di noi è quella che ognuno assegna a se stesso ogni mattina facendo una rapido esame di coscienza e guardandosi allo specchio… dell’anima.

(*) direttore “Corriere Cesenate”

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