Questo mese di sport internazionale (tra gli europei di calcio e le olimpiadi in Giappone) resterà senz’altro nella storia e sarà avvolto dal tricolore italiano. La strameritata vittoria agli Europei di calcio al Wembley Stadium di Londra ai rigori contro l’Inghilterra e i risultati incredibili ottenuti a Tokyo mostrano come lo sport non risolva certo tutti i problemi della vita, ma certamente possa insegnarci ancora tante cose a partire dal fatto di avere un po’ più di fiducia in sé stessi.
È bello e fa bene pensare questa incredibile estate sportiva idealmente racchiusa dentro un grande abbraccio che va da quello tra Roberto Mancini e Gianluca Vialli festanti dopo la vittoria ai rigori per finire a quello tra Gianmarco Tamberi (oro nel salto in alto maschile) e Marcell Jacobs (oro nei 100 metri). Un abbraccio che in qualche modo ci risarcisce almeno in parte dei tantissimi che in questi mesi non abbiamo potuto vivere causa Covid e che ci fa sentire uniti, orgogliosi e partecipi di uno stesso destino nazionale.
Per noi italiani, sempre pronti ad autoflagellarci e a screditarci, un po’ di esercizio di autostima certo non guasta. Sì, perché una delle lezioni che ci arriva tanto dai campi di atletica quanto dallo stadio di calcio è che la partita va giocata fino al fischio finale, la corsa vissuta fino all’ultimo centimetro, con passione, serietà e umiltà, credendoci sempre, fino in fondo. In particolare i risultati notevoli conseguiti all’Olimpiade 2021 (nel momento in cui scriviamo 5 medaglie d’oro, 9 d’argento e 15 i bronzo, ma altre potrebbero arrivarne) sono il frutto di sacrifici e di un duro lavoro, per la gran parte nascosto, con pochissimi riconoscimenti economici e poca notorietà. Alla base c’è una grande passione e il sogno di poter superare sé stessi. In questo senso l’atletica occupandosi delle attività motorie di base esalta l’umano e il desiderio di migliorarsi. Sempre. I giochi di Tokyo ci hanno anche mostrato la forza e la voglia di lottare di tanti giovani. Anche del nostro Thomas Ceccon, argento nella staffetta 4×100 stile libero e bronzo nella 4×100 misti di nuoto. In un tempo come quello della pandemia in cui il nostro Paese non ha mostrato grande attenzione nei confronti delle giovani generazioni, i segnali di queste settimane venuti dallo sport ci fanno guardare al futuro con speranza e riconoscere una generazione di giovani che non ha paura di fare grandi sacrifici per raggiungere traguardi importanti.
L’oro ex equo di Gianmarco Tamberi e del qatariota Mutaz Essa Barshim ci consegna un altro messaggio da custodire: l’amicizia va al di là dell’agonismo. I due atleti nella vita sono amici e a Tokyo hanno voluto mostrarlo concretamente: ognuno ha consegnato all’altro la medaglia d’oro e quindi si sono abbracciati festeggiando una vittoria a lungo sognata.
Un’ultima annotazione: la spedizione italiana a Tokyo conta 55 atleti nati all’estero. Lo sport conferma di essere spazio di inclusione e di integrazione. Quanto dovremo attendere ancora per vedere lo ius soli diventare legge dello stato? È indubbio che questi risultati fanno bene al Paese e dunque anche alla politica nostrana. Draghi non ha nessun merito nelle medaglie conquistate e nella vittoria dell’Europeo ma anche lui beneficia dell’onda lunga di fiducia che questi risultati portano con sé. Se poi ci mettiamo che il presidente del Consiglio si è trovato in un frangente dove invece che mettere tasse può distribuire (tante) risorse, che i vaccini stanno dando i loro risultati, che il Pil sta galoppando, allora possiamo dire che il vento (almeno per il momento) è dalla sua parte. Nello sport la dea fortuna bacia i coraggiosi. Chissà che non sia così anche per la politica. Ne guadagnerebbe tutto il Paese.
(*) direttore “La Voce dei Berici” (Vicenza)