Gioco di squadra

Nel momento in cui ci stiamo riappropriando di una certa normalità, questa metafora pallonara ci aiuta a stare uniti, come quando nelle case, nei bar, nei parchi pubblici e nei bagni al mare in queste settimane ci si raduna per vedere insieme la partita degli azzurri. Tutti a tifare per la stessa maglia. Nonni e bambini, adulti e ragazzi, senza distinzione

Si può fare. Diciamolo. Sì, si può riuscire. Quello che sta realizzando la Nazionale di calcio agli Europei è solo la metafora, che finora sta funzionando, di ciò che tutti speriamo accada al nostro Paese alle prese con il dopo Covid. Stiamo uscendo dalla pandemia? Ce lo auguriamo tutti.

L’estate davanti a noi rappresenta un aiuto non da poco. Le mascherine all’aperto saranno meno necessarie e i distanziamenti si stanno accorciando. Finalmente, si può aggiungere. Non ne possiamo più di mantenere tutte queste precauzioni contro il nostro modo di essere e di stare tra noi.

Anche senza goleador di valore assoluto, la squadra di Mancini sta tenendo il passo a suon di vittorie.

Quella messa in campo dal Ct è una squadra, non un insieme di fenomeni. Il gruppo, il famoso blocco cui si aggrappò Enzo Bearzot nell’ormai lontanissimo 1982, fa da moltiplicatore di forze e di bravura.

E anche di risultati. Poco importa, a questo punto, se arriverà la vittoria finale. Ciò che conta è l’insegnamento che ci arriva da questa lezione: si può riuscire, anche in imprese all’apparenza impossibili. Ci vogliono forza di volontà e tanta determinazione, che spesso contano molto di più del talento.

Nel momento in cui ci stiamo riappropriando di una certa normalità, questa metafora pallonara ci aiuta a stare uniti, come quando nelle case, nei bar, nei parchi pubblici e nei bagni al mare in queste settimane ci si raduna per vedere insieme la partita degli azzurri. Tutti a tifare per la stessa maglia. Nonni e bambini, adulti e ragazzi, senza distinzione.

L’obiettivo rimane quello di uscire dalle secche in cui la pandemia ci ha costretti per un anno e mezzo. Ora abbiamo il desiderio di riemergere, di riassaporare il gusto dello stare assieme, in compagnia, fianco a fianco, e anche di stringerci di nuovo la mano e di tornare ad abbracciarci, come dopo un tiro che gonfia la rete.

Ancora una volta è il pallone a tenere in sintonia il Paese da nord a sud, come ogni tanto capita a queste latitudini. La politica da sempre ci divide in guelfi e ghibellini, ma la maglia azzurra ci tiene insieme, ci fa gioire e soffrire in un unico evento collettivo. Come quello che stiamo vivendo dal febbraio dello scorso anno. Solo insieme si vince.

Adesso vale per la Nazionale. Poi deve valere per la Nazione.

(*) direttore del “Corriere Cesenate”

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