Il domani è oggi

Sostenere la famiglia non solo è un dovere. È una necessità

foto SIR/Marco Calvarese

Non so quante volte ne abbiamo parlato su queste colonne.

Non è certo l’unico tema su cui torniamo, mi pare ovvio.

Comunque è un argomento di estremo interesse cui ancora troppo pochi fanno caso. Parlo del domani, di quello che succederà dopo di noi.

Di quel che sarà del nostro Paese, dei figli dei nostri figli. Di ciò che potrebbe accadere in queste contrade tra 10, 20, 30 o forse 50 anni. È verissimo, qualcuno potrebbe subito obiettare: ma che ce ne importa, tanto noi non ci saremo più. Un ragionamento che non fa una grinza, è vero anche questo. Un modo di pensare diventato con il tempo, purtroppo, maggioritario.

Nella mentalità del tutto e subito da bruciare in fretta e da godersi in un istante, non c’è posto per figli piccoli che si svegliano di notte, assorbono energie fisiche, mentali ed economiche.

Un dato di fatto che ha reso l’Italia, assieme al Giappone, uno degli Stati più vecchi del mondo. Un luogo in cui non si avverte più la spinta che viene dalle nuove generazioni quando sono maggioranza. Come si comprende benissimo quando ci si reca in America latina o in Africa.

Noi abbiamo più benessere, dirà qualcuno altro. È vero pure questo, ma quanto durerà? Potremo andare avanti a ballare sul Titanic?

Ci vogliono robustissime politiche demografiche a sostegno delle famiglie con figli. Basta demagogia.

Servono azioni concrete, come avviene nelle vicine Francia e Germania. Da noi, un retaggio ideologico frena legislazioni in favore della famiglia in quanto soggetto unico nei confronti dello Stato. Si parla di singoli, di individui, come se le relazioni familiari non esistessero o fossero in via di estinzione.

Venerdì prossimo si apriranno gli Stati generali della natalità alla presenza di papa Francesco e del Presidente del Consiglio dei ministri Mario Draghi. L’appuntamento è davvero importante. Forse si tratta di una delle ultime chiamate. Sì, perché o si inverte la tendenza in atto ormai da troppo tempo o sarà troppo tardi. Le politiche demografiche impiegano decenni a mettersi in moto e i loro risultati saranno raccolti da altri. Ma ora tocca a noi. Non si può fare finta di non sapere. L’anno di lockdown ha fatto affossare ancora di più, se era ancora possibile, il tasso di natalità, con un -4 per cento in Emilia-Romagna.

Sostenere la famiglia non solo è un dovere. È una necessità.

(*) direttore del “Corriere Cesenate”

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