La difesa dei diritti di ogni malato

Una data già entrata nella storia. Giovedì 20 febbraio 2020, quasi un anno fa. All’ospedale di Codogno viene diagnosticato il primo caso italiano di Covid-19. Poche ore dopo Mattia Maestri, il “paziente 1” (anche se scopriremo poi che il virus circolava già ben prima della sua accertata positività), verrà trasferito al Policlinico di Pavia in condizioni disperate. I medici del San Matteo riusciranno a salvarlo. E’ l’inizio della pandemia che ha cambiato la nostra vita, facendoci rimpiangere da subito la normalità perduta. Ma il Coronavirus, non dobbiamo mai dimenticarlo, è stato la causa della morte di oltre 91mila persone in Italia (più di 27mila nella sola Lombardia), con oltre 2 milioni e mezzo di contagi.

Una data già entrata nella storia. Giovedì 20 febbraio 2020, quasi un anno fa. All’ospedale di Codogno viene diagnosticato il primo caso italiano di Covid-19. Poche ore dopo Mattia Maestri, il “paziente 1” (anche se scopriremo poi che il virus circolava già ben prima della sua accertata positività), verrà trasferito al Policlinico di Pavia in condizioni disperate. I medici del San Matteo riusciranno a salvarlo. E’ l’inizio della pandemia che ha cambiato la nostra vita, facendoci rimpiangere da subito la normalità perduta. Ma il Coronavirus, non dobbiamo mai dimenticarlo, è stato la causa della morte di oltre 91mila persone in Italia (più di 27mila nella sola Lombardia), con oltre 2 milioni e mezzo di contagi. Numeri dietro a quali ci sono persone con le loro sofferenze e le richieste di cure non sempre esaudite. A ricordarlo è stato Papa Francesco nel suo messaggio per la 29esima “Giornata del Malato”. “L’attuale pandemia – ha sottolineato il Santo Padre – ha fatto emergere tante inadeguatezze dei sistemi sanitari e carenze nell’assistenza alle persone malate. Agli anziani, ai più deboli e vulnerabili non sempre è garantito l’accesso alle cure, e non sempre lo è in maniera equa”. Il Papa ha voluto anche ringraziare “la dedizione e la generosità di operatori sanitari, volontari, lavoratori e lavoratrici, sacerdoti, religiosi e religiose, che con professionalità, abnegazione, senso di responsabilità e amore per il prossimo hanno aiutato, curato, confortato e servito tanti malati e i loro familiari”. E’ questa la strada da seguire. Difendiamo i diritti di ogni malato.

(*) direttore “Il Ticino” (Pavia)

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