Dire “sì” alla vita

In questa prima domenica di febbraio si celebra in Italia la “Giornata per la Vita”.  Il tema proposto dai vescovi nel loro messaggio - “Libertà e vita” - ben si addice alle circostanze che stiamo vivendo. Essi partono dal lockdown della scorsa primavera per ricordarci come abbiamo potuto sperimentare il peso delle limitazioni alla libertà personale. Ma la situazione, pur in misure e forme diverse, continua. In particolare, l’altalena dei “colori” delle regioni, che alterna periodi con maggiori o minori restrizioni, e la preoccupazione costante per il persistere della pandemia ci fanno toccare con mano quanto sia preziosa la libertà personale e quella comunitaria. In questa fase, poi, in cui il Paese sta cercando di superare una difficile crisi di governo, sperimentiamo quanto sia preziosa una guida che garantisca e regoli la libertà e la vita a beneficio di tutti.

In questa prima domenica di febbraio si celebra in Italia la “Giornata per la Vita”.  Il tema proposto dai vescovi nel loro messaggio – “Libertà e vita” – ben si addice alle circostanze che stiamo vivendo. Essi partono dal lockdown della scorsa primavera per ricordarci come abbiamo potuto sperimentare il peso delle limitazioni alla libertà personale. Ma la situazione, pur in misure e forme diverse, continua. In particolare, l’altalena dei “colori” delle regioni, che alterna periodi con maggiori o minori restrizioni, e la preoccupazione costante per il persistere della pandemia ci fanno toccare con mano quanto sia preziosa la libertà personale e quella comunitaria. In questa fase, poi, in cui il Paese sta cercando di superare una difficile crisi di governo, sperimentiamo quanto sia preziosa una guida che garantisca e regoli la libertà e la vita a beneficio di tutti. La prospettiva di un “governo di alto profilo” avviata con tempestività e saggezza dal presidente Mattarella può dare al Paese un periodo di maggiore serenità costruttiva. Almeno questa è la speranza. I vescovi, nel loro messaggio per l’odierna giornata, sottolineano che la questione vera è l’uso della libertà e che il rapporto tra libertà e vita esige, come asse che le unisce, la responsabilità. Anzi – chiariscono i vescovi, rilanciando il valore delle quattro virtù “cardinali” – il laboratorio che fonde insieme vita e libertà è costituito dalla giustizia e dalla prudenza, dalla fortezza e dalla temperanza. Avvertiamo, penso, quanto c’è bisogno di tutto ciò, proprio in questo periodo problematico, ad ogni livello. Il messaggio dei vescovi è rivolto ai “cristiani”, che non possono non ispirarsi alla Verità del Vangelo che rende liberi, ma anche “a tutti gli uomini di buona volontà”. Lo spunto e tema fondamentale – com’è giusto che sia in questa “giornata” dedicata da molti anni – è la difesa e la promozione della vita, specie di quella nascente (di cui c’è sempre maggiore carenza…) e di quella più fragile come quella terminale (sempre più problematizzata…), ma l’invito sprona ad un impegno a tutto campo per dire “sì” alla vita sempre, ponendo al centro la “persona” che costituisce un valore inestimabile. In questo modo sarà possibile – assicura il messaggio – “rigenerare l’orizzonte sociale ed economico, politico e culturale, antropologico, educativo e mediale”. Sono proprio tutti aspetti e dimensioni che toccano la vita personale e comunitaria, su cui incidono fortemente i troppi errori e le troppe omissioni che si ripetono anche e proprio in questo nostro tempo. Dire “sì” alla vita – insistono i vescovi – “è il compimento di una libertà che può cambiare la storia”. Certamente: la storia di ciascuno di noi, delle famiglie, delle comunità e anche del Paese, oltre che dell’umanità intera. Ci auguriamo davvero che il binomio “libertà e vita” possa essere coniugato nel modo migliore, oltre che con un impegno personale, anche con le decisioni politiche che vengono assunte in questa fase, non dettate da nefasti individualismi, ma dalla sincera volontà di ricostruire su solide basi il bene di tutti, a partire dagli ultimi.

(*) direttore “Nuova Scintilla” (Chioggia)

 

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