Spirito costruttivo

Mercoledì 9 dicembre alla Camera, dopo l’intervento del presidente del Consiglio Giuseppe Conte, anche Italia Viva ha deciso di sottoscrivere la risoluzione di maggioranza perché il governo si impegni ad assumere ogni decisione sul ricorso al Mes (Fondo europeo salva stati) solo dopo un apposito dibattito parlamentare e con un piano preciso di fabbisogni e utilizzo. Come del resto è ovvio e giusto. Così la maggioranza si compatta anche sulla riforma dello stesso Mes da proporre in Europa.

(Foto ANSA/SIR)

Mercoledì 9 dicembre alla Camera, dopo l’intervento del presidente del Consiglio Giuseppe Conte, anche Italia Viva ha deciso di sottoscrivere la risoluzione di maggioranza perché il governo si impegni ad assumere ogni decisione sul ricorso al Mes (Fondo europeo salva stati) solo dopo un apposito dibattito parlamentare e con un piano preciso di fabbisogni e utilizzo. Come del resto è ovvio e giusto. Così la maggioranza si compatta anche sulla riforma dello stesso Mes da proporre in Europa. Ma ciò non appariva del tutto ovvio nei giorni precedenti, quando la compagine governativa era apparsa piuttosto in crisi. Anzi, c’è da dire che proprio in un periodo in cui sarebbe necessaria compattezza di intenti e di decisioni la maggioranza è apparsa sempre più frastagliata e in grande affanno. In una fase di recrudescenza della pandemia (nonostante i dati vadano migliorando e sempre con la speranza di un arrivo sollecito del vaccino, c’è comunque chi prevede già una terza ondata…) è chiaro che occorre procedere il più possibile uniti e questo varrebbe anche per l’opposizione, che, in realtà, sembra non sapere che pesci pigliare. La “popolarità” del governo, ma anche quella del premier – che pure aveva toccato punte di eccellenza – va calando vistosamente. La gente, in qualche modo rassegnata all’andirivieni e al tira e molla tra le diverse forze governative, che sembrano ricercare più vantaggi di parte che benefici per il Paese, pare rendersi conto di non poter ottenere di più dalla situazione che risulta in un certo senso bloccata proprio dalle circostanze. Molte speranze ora sono affidate al Recovery fund, o meglio al Next generation Ue, che Conte auspica possa addirittura diventare strutturale. Fondamentale il Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) messo a punto e in via di perfezionamento: oltre alla cabina di regia governativa, ci saranno 6 manager che sovrintenderanno una tecnostruttura formata da ben 90 esperti dei vari settori, poiché il piano si articola in sei capitoli che sono senz’altro interessanti e indicativi, ambiti di rinnovamento vitale per il paese e, appunto, per le future generazioni: una rivoluzione verde, il digitale, le infrastrutture, l’istruzione, l’inclusione sociale e la sanità. Tutti settori, come si vede, ben lontani attualmente da una situazione che ci metta sufficientemente al passo con l’Europa, dato che siamo fanalino di coda su molti punti. Per procedere occorre – come ribadiva mercoledì Giuseppe Conte – la “massima coesione” nel governo. Il confronto dialettico – annotava – è sì un segno di ricchezza e di vitalità; ma è necessario e salutare per tutti che sia svolto “con spirito costruttivo” e che “non distragga dagli obiettivi”. Il nervosismo dei giorni scorsi o persino le tanto chiacchierate corse anticipate al Quirinale non possono generare nulla di buono ma porterebbero la coalizione di governo ad un ulteriore logoramento, di cui non c’è proprio bisogno. Quanto al centro-destra – dopo un cenno di collaborazione positiva – potrebbe ben procedere in tal senso, senza perdere le proprie peculiarità. E ci auguriamo tutti che le pur sobrie ma importanti feste natalizie portino buoni consigli sia ai cittadini sia a quanti ci governano.

(*) direttore “Nuova Scintilla” (Chioggia)

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