Le parole sciupate

Quante parole sciupate e cattive contro Silvia Romano, tornata a casa dopo il lungo sequestro. Soprattutto, hanno colpito le invettive contro di lei per la conversione all’I- slam. Stupisce perché fra coloro che l’hanno aggre- dita ci sono persone che affermano con sicurezza di essere cristiane. Mentre credono di difendere la fede nel cristianesimo, in realtà contraddicono il Vangelo.

(Foto ANSA/SIR)

Quante parole sciupate e cattive contro Silvia Romano, tornata a casa dopo il lungo sequestro. Soprattutto, hanno colpito le invettive contro di lei per la conversione all’I- slam. Stupisce perché fra coloro che l’hanno aggre- dita ci sono persone che affermano con sicurezza di essere cristiane. Mentre credono di difendere la fede nel cristianesimo, in realtà contraddicono il Vangelo. L’amore al pros- simo è adesione all’amore di Dio che ama tutti, “di ogni nazione, tribù, popo- lo e lingua”. Questi sono la moltitudine di “coloro che stavano in piedi da- vanti al trono e all’agnello” (Apc 7,9). Silvia Romano quando fu rapita era in Kenya, per un’opera di volontariato a favore dei bambini in un orfanotro- o a Likoni, gestito dalla onlus “Orphan’s Dream”. Non sappiamo le motiva- zioni di questa scelta, ma è indubbio che ci fosse una volontà di dono per persone in difficoltà. C’è un ché di eucaristico in questo dono. Non sembri un volo pindarico passare dal dono di Silvia al dono dell’eu- carestia. Questa, infatti, è fonte di energia che porta ad operare per coloro che sono in dif coltà, per gli ammalati, per i poveri, per gli esclusi. Stiamo uscendo dal regola- mento che obbligava la celebrazione eucaristica a porte chiuse; vedremo la fede e l’adesione al sacri cio eucari- stico che fa di tutti noi, nella comunione con Gesù euca- restia, pane donato e spezzato tra i fratelli. Coloro che vanno a messa compiono un gesto di quotidiana conver- sione dinamica al Vangelo di Gesù Cristo, che è vivo, è risorto e non va cercato fra i morti. Una comunità vive la liturgia autentica quando anche le altre dimensioni sono connesse: la comunione della fraternità, la parola vissuta, il servizio ai poveri. La messa esce dalla chiesa, esce dal sagrato, va per le strade delle nostre città. Lì, infatti, Dio abita, come dice la Evangelii gaudium §71. Occorre avere uno sguardo contemplativo per cogliere la sua presen- za: “Egli vive tra i cittadini promuovendo la solidarietà,
la fraternità, il desiderio di bene, di verità, di giustizia”.
Il risultato delle celebrazioni online di questi giorni avrà una veri ca nel dono ai fratelli in dif coltà durante e dopo il virus. Forse Silvia ha incontrato questo Signore nel servizio ai fratelli a cui si era dedicata e forse per que- sto si è aperta ad una fede in Dio, seppure con l’Islam. Forse il cristianesimo incontrato prima era “tiepido” e solo rituale. Deciderà lei per la sua vita, ma potrebbe essere più coerente di quelli che l’hanno criticata dalle poltrone dei loro salotti, o peggio ancora per fare propaganda di bassissima qualità.

(*) direttore “Il Momento” (Forlì)

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