Via libera del governo

Legge di bilancio 2019: condono fiscale, pensioni e reddito di cittadinanza a residenti in Italia da 5 anni

La manovra economica si compone di tre elementi: il disegno di legge di bilancio, che per entrare in vigore dovrà essere approvato dal Parlamento (entro il 31 dicembre) e due decreti-legge, che quindi diventano subito efficaci anche se dovranno essere convertiti in legge dalle Camere entro sessanta giorni

Il Consiglio dei ministri ha varato, nella tarda serata di lunedì, la manovra economica per il prossimo anno, unitamente al Documento programmatico di bilancio (una sorta di sintesi) destinato alla Commissione europea. La manovra economica si compone di tre elementi: il disegno di legge di bilancio, che per entrare in vigore dovrà essere approvato dal Parlamento (entro il 31 dicembre) e due decreti-legge, che quindi diventano subito efficaci anche se dovranno essere convertiti in legge dalle Camere entro sessanta giorni. Il primo decreto riguarda la “pace fiscale”, in pratica un condono, il secondo contiene norme varie in materia di cassa integrazione, semplificazione burocratica e sistema sanitario. Nel disegno di legge di bilancio compaiono tutti i temi cruciali del dibattito di questi mesi, i cavalli di battaglia elettorali delle forze di maggioranza, dalla revisione della legge Fornero al reddito di cittadinanza.

Restano molto vaghe le coperture finanziarie e legate a previsioni di crescita economica estremamente ottimistiche.

Comunque, per conoscere molti dettagli, anche concretamente operativi, bisognerà attendere non soltanto il testo effettivamente approvato dal Consiglio dei ministri (e firmato dal Quirinale), ma soprattutto quello che uscirà alla fine del percorso parlamentare del provvedimento e, ancora, quello dei dodici disegni di legge collegati in cui saranno definiti i singoli aspetti della legge di bilancio, che a loro volta dovranno essere approvati dalle Camere. Quindi è bene prendere con le molle tutto ciò che viene scritto in queste ore e in questi giorni, anche perché la tempistica reale di molte misure è legata a situazioni tutt’altro che acquisite.

Il comunicato del Consiglio dei ministri sintetizza la legge di bilancio in 24 punti. Nel comunicato si parla, tra l’altro, del reddito e della pensione di cittadinanza, pari a 780 euro; del “superamento della legge Fornero” con la possibilità di andare in pensione a “quota 100” (62 anni di età e 38 di contributi) e con la proroga dell’Opzione Donna (58 anni e 35 di contributi per le lavoratrici dipendenti, 59 anni per le autonome); di un intervento di rimodulazione delle pensioni superiori ai 4.500 euro mensili (le cosiddette “pensioni d’oro”); dell’estensione del regime fiscale forfettario, con aliquota del 15%, alle partite Iva e alle piccole imprese fino a 65mila euro (è quel che resta della cosiddetta “flat tax”); del rilancio degli investimenti pubblici, con 15 miliardi aggiuntivi in tre anni; di un piano di assunzioni straordinario nella pubblica amministrazione; di un incremento dei fondi per le vittime delle crisi bancarie, per il microcredito e per il servizio civile; della riduzione dell’Ires dal 24% al 15% sugli utili reinvestiti dalle imprese in tecnologia, macchinari e occupazione stabile; di incentivi fiscali per le imprese che riducono l’inquinamento. Tra i pochi punti in cui si parla di tagli, in singolare compagnia con le spese militari e le pensioni d’oro, il comunicato annuncia “l’azzeramento graduale del fondo pubblico per l’editoria”, con cui vengono sostenuti non i giornali dei grandi editori, ma quelle testate che hanno uno storico radicamento sociale e territoriale e rappresentano una fondamentale risorsa di pluralismo informativo per tutto il Paese. C’è da sperare in un ripensamento nel corso dell’iter parlamentare.

Per quanto riguarda il decreto-legge in materia fiscale, la sanatoria prevede quattro pilastri.

Il primo è la rottamazione-ter delle cartelle (si aggiunge infatti alle due varate dai precedenti governi) che consente a chi ha già beneficiato della rottamazione-bis di ridefinire il proprio debito con il fisco in termini molto vantaggiosi e compensando eventuali crediti con la pubblica amministrazione. Il secondo è la cancellazione totale di tutti i debiti con il fisco fino a 1.000 euro relativi al periodo 2000-2010. Il terzo è la “definizione agevolata” del contenzioso. Il quarto, quello forse più rilevante, è la possibilità di una dichiarazione integrativa “speciale” che consente di sanare gli importi non denunciati con un’aliquota appena del 20%. Tale possibilità vale per importi fino a 100mila euro, mentre ne sono esclusi coloro che non hanno presentato alcuna dichiarazione (gli evasori totali). Il secondo decreto-legge contiene “disposizioni urgenti per la deburocratizzazione, la tutela della salute, le politiche attive del lavoro e altre esigenze indifferibili”. Un po’ di tutto, insomma. Si va dalla proroga della cassa integrazione straordinaria alla riforma dell’Agenzia nazionale per il lavoro; dall’istituzione dell’Anagrafe nazionale vaccini alle norme sulla Rc auto, con canoni differenziati rispetto al territorio e l’eliminazione di vincoli di trasferimento della polizza da un assicuratore all’altro.