
Si chiama “Binge Watching”, ovvero una visione per accumulo, una vera e propria maratona televisiva, ed è una pratica di fruizione che sta cambiando il nostro modo di guardare la fiction, le serie tv. In particolare, grazie all’ingresso di Netflix nel mercato audiovisivo (in Italia dall’autunno 2015), oltre che di Sky e Amazon Prime Video, gli utenti si trovano a disposizione le serie tv divise per stagioni, da consumare in maniera immersiva; proprio come per la lettura di un romanzo avvincente, dove si passa di capitolo in capitolo in maniera appassionata e forse anche un po’ forsennata.
La Rai ha capito le potenzialità di questa nuova modalità fruitiva, tipica soprattutto dei giovani spettatori, quelli difficili da agganciare, che scappano dai canali generalisti per andare a recuperare contenuti online sulle piattaforme a pagamento o su YouTube. E così il servizio pubblico televisivo, attraverso il suo nuovo portale Raiplay (disponibile anche come App), ha messo a disposizione il meglio della sua produzione fiction, che come ha dichiarato Maria Pia Ammirati, direttrice di Rai Teche e responsabile dei contenuti del sito Rai, “è il prodotto che funziona di più”, con il maggior numero di contatti.
Ma oltre alla sua library, la Rai con il suo comparto Rai Fiction ha deciso di scommettere anche sulle novità, rilasciando sulla piattaforma serie in anteprima ancora non messe in onda. Così dal 1° giugno su Raiplay sono, infatti, già disponibili i primi 12 episodi della seconda stagione di “Non uccidere”, in onda poi in 6 prime serate su Rai Due dal 12 giugno. “È la prima volta che succede in Rai – ha aggiunto Ammirati in conferenza stampa – Non abbiamo paura di cannibalizzazione tra lineare e non, speriamo di sommare utenti, ovvero che i due vasi comunichino ancora di più”. La Rai, dunque, è in cerca di un pubblico ampio e trasversale, con “modalità e bisogni di consumo diversi da quelli dell’appuntamento tv lineare”.
“Non uccidere” cambia programmazione e punta al pubblico digital
La prima stagione di “Non uccidere”, serie ideata da Claudio Corbucci e con Miriam Leone, Matteo Martari, Thomas Trabacchi e Monica Guerritore, prodotta da Rai Fiction e Fremantle Media Italia con il sostegno della Film Commission Torino Piemonte, è andata in onda nell’autunno 2015 su Rai Tre; la serie ha la particolarità di essere impostata come poliziesco dalle atmosfere nordiche, cupa e dalle storie molto problematiche, dove il panorama nebbioso del Piemonte (di Torino) ha giocato un ruolo speciale nel racconto. Nonostante gli ascolti non pienamente convincenti, la Rai ha scommesso sulla serie producendo una nuova stagione, registrando anche un buon interesse dall’estero, per ora in Francia e Germania.
È stato dunque realizzato un nuovo ciclo, “Non uccidere 2”, coordinato da Corbucci e con cinque registi al timone – Lorenzo Sportiello, Claudio Noce, Michele Alaique, Adriano Valerio ed Emanuela Rossi – puntando sempre sulla qualità della scrittura e della messa in scena, con un cast ben assortito, ma inserendo anche molte novità. La durata degli episodi anzitutto è stata ridotta a 50 minuti ciascuno – secondo lo standard internazionale –, per un totale di 24 episodi, dei quali 12 messi in onda ora in estate e i restanti in autunno. Ma la vera novità, come già ricordato, riguarda la programmazione, scommettendo sul digitale, per cercare di rispondere alle nuove pratiche di fruizione del pubblico. Sempre su Raiplay andranno poi in anteprima nella prossima stagione televisiva 2017-2018 “La linea verticale” con Valerio Mastandrea così come le ormai rodate “Rocco Schiavone” e “L’ispettore Coliandro”.
Diversificare l’offerta di fiction sulle tre reti Rai
La seconda rete Rai si è dimostrata particolarmente adatta alla programmazione di serie tv italiane, oltre che internazionali, racconti di taglio crime, polizieschi, dalla trama indubbiamente complessa e ostica. Prima di “Non uccidere 2”, sono stati programmati con buoni risultati la serie “Rocco Schiavone”, con Marco Giallini dai romanzi di Antonio Manzini (oltre 3milioni di spettatori, con Share superiore al 13-14%), e “La Porta Rossa” (sullo stesso trend di ascolti, con circa 14% di Share), con Lino Guanciale e Gabriella Pession. Eleonora Andreatta, alla guida di Rai Fiction, ha sottolineato come il posizionamento nel palinsesto di Rai Due sia divenuto oggi strategico: “È stato scelto il posto migliore, anche perché la fiction in questa stagione è diventata un linguaggio della seconda rete, mentre alla terza è più adatto il genere docufiction”. Su Rai Tre, infatti, si ricorda l’interessante sperimentazione con la serie educational per ragazzi e famiglie “I ragazzi del Bambino Gesù”, in 10 appuntamenti.
La rete ammiraglia, Rai Uno, punta invece sempre più su serie capaci di unire tutta la platea, la famiglia, virando più verso l’età adulta, quando non mette in capo delle vere e proprie serie evento come “Il commissario Montalbano”, il trionfatore indiscusso della stagione tv appena conclusa con oltre il 40% di Share, toccando il record nell’episodio “Come voleva la prassi” con più di 11milioni di spettatori e il 44,1% di Share.
(*) Commissione nazionale valutazione film Cei