Autobus dato alle fiamme: il racconto di Adam e la telefonata “salva vite” ai suoi genitori

Rami Shehata e Adam El Hamami. Sono i nomi dei due piccoli eroi, egiziano e tunisino, che grazie alla loro prontezza hanno dato l’allarme e permesso di salvare la vita di tutti i 51 ragazzini del pullman. Abbiamo incontrato il dodicenne Adam (II B “Vailati”), giovedì, tra una diretta e l’altra, in piazza Duomo, dal parrucchiere con tutta la sua famiglia. Ecco il suo racconto

“Stavamo scendendo dalla palestra per prendere il pullman per tornare a scuola. Siamo saliti tutti, eravamo due classi. L’autista ha preso catene e lucchetti e chiuso tutte le porte; ha minacciato i proff. di legarci con delle strisce da elettricista ai pali dell’autobus, però solo i ragazzi davanti, i ragazzi dietro il pullman non li ha legati. Io ero dietro, praticamente siamo partiti e pensavamo ci portasse a scuola però ha preso la strada per Milano”.

Si è fermato qualche volta l’autista? Quando hai chiamato?
“Si è fermato tre volte, due volte per spargere la benzina nel corridoio del pullman e una volta per dire che si vendicherà del suo popolo che muore nel Mediterraneo, profughi che non potevano entrare in Italia. Quando ci hanno ritirato i telefoni, il nostro compagno di classe Rami l’ha tenuto in tasca e visto che lui era davanti l’ha passato a noi dietro. Io ho chiamato i miei genitori e ho parlato con mia mamma, dicendo che questo matto voleva uccidere tutti e darci fuoco nel pullman e farci soffocare. Mia mamma credeva fosse uno scherzo, poi le ho detto, ‘mamma adesso attacco perché sta arrivando l’autista’. Ho chiamato la seconda volta, cinque minuti dopo e i miei genitori erano dai carabinieri di Crema: loro bravissimi ed eccezionali sono subito intervenuti chiamando le forze dell’ordine di San Donato, dicendo del pullman e che l’autista voleva uccidere 51 bambini. Il sindaco era nella nostra scuola: Stefania, bravissima anche lei perché ha calmato i nostri genitori, spiegando che eravamo tutti al sicuro. Grazie mille al sindaco e alle forze dell’ordine perché ci hanno messo pochissimo a venire a liberarci”.

Come è stato il momento della fuga?
“Hanno rotto il vetro e siamo usciti, metà classe è uscita e invece l’altra metà, visto che l’autobus era in movimento dopo; siamo usciti tutti al volo e la nostra bidella è uscita per ultima per salvare tutti i ragazzini”.

C’è stata una collaborazione tra te e Rami. C’era anche un terzo bambino?
“Sì. Da quello che ho visto eravamo solo io e Rami che controllavamo la situazione. Non so cosa hanno fatto gli altri perché c’era caos”.

C’è stato qualche ostaggio sul pullman?
“Sì, sì, un ragazzino gentilissimo e coraggiosissimo ha detto che voleva offrirsi lui per ostaggio. Si chiama Niccolò Bonetti: mentre l’autista guidava con una mano, con l’altra mano puntava il coltello verso il ragazzino e il criminale faceva delle domande a Niccolò, però non so di cosa parlassero perché eravamo dietro a cercare di connetterci con qualcuno”.

Ora stai bene. Hai dormito stanotte?
“Sì, mi son svegliato la mattina presto con mio papà per vedere il Tg5”.

Lasciamo Adam sorridente. Per lui e Rami è stata invocata la cittadinanza italiana per meriti eccezionali. Il Governo sta lavorando alla questione.

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