Como, blitz naziskin. La Caritas: “La città è ben altro!”

Il direttore della Caritas della diocesi di Como, Roberto Bernasconi, commenta l’incursione del “Veneto Fronte Skinheads” (VFS) al primo piano del Chiostrino di Sant’Eufemia; un’irruzione che ha impedito, per alcuni minuti (erano all’incirca le 21.30), lo svolgimento della riunione in corso

“Abbiamo la certezza che Como, in tutte le sue espressioni ecclesiali e civiche, è ben diversa da quanto accaduto l’altra sera nella sede di ‘Como Senza Frontiere’”. Così il direttore della Caritas della diocesi di Como, Roberto Bernasconi, commenta l’incursione del “Veneto Fronte Skinheads” (VFS) al primo piano del Chiostrino di Sant’Eufemia – nel cuore della città murata –, un’irruzione che ha impedito, per alcuni minuti (erano all’incirca le 21.30), lo svolgimento della riunione in corso.

Il VFS è un gruppo estremista che a Como aveva già compiuto, nel novembre 2015, un’azione dimostrativa: i suoi attivisti lasciarono sagome di cartone e volantini con “grida” antimigranti davanti alla sede della Caritas diocesana e di altre realtà del territorio (compresi alcuni partiti). Esattamente due anni dopo, il 28 novembre scorso, i referenti locali di quella che si definisce “associazione culturale” – una quindicina di giovani uomini, con le teste rasate e il giubbotto nero d’ordinanza – sono tornati a manifestare a modo loro, interrompendo l’incontro di “Como Senza Frontiere”.

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