Domenica 4 dicembre – II di Avvento

Il messaggio del tempo forte dell’Avvento ci riporta all’essenzialità della vita umana e della storia: stiamo camminando verso un “fine”. Il Vangelo di questa domenica tramite la predicazione del Battista, ci consegna dei verbi fondamentali che divengono il battistrada di questo percorso di Avvento. Il primo di essi è convertitevi. Perché si verifichi una conversione è necessario chiederci dove ci troviamo, a che punto è il nostro cammino, stiamo andando verso il fine, nella giusta direzione? Immersi dentro il traffico della nostra anima, in un tempo che non ci basta mai, in un vivere ubiquo tra le varie stanze dell’online e gli impegni del reale, emerge la figura solenne del Battista che in primo luogo ci invita a uscire da tutto questo: la conversione richiede una decisione, non può accadere se non sei pronto a tagliare alcune cose dalla tua vita, a liberarti da un peso che ritarda o addirittura impedisce il tuo cammino verso il “fine”. A differenza del popolo d’Israele che ha peregrinato per quarant’anni nel deserto per poi giungere nella terra promessa, il Battista ci aiuta a compiere un cammino opposto: ci invita a uscire dalla città per ritornare nel deserto, luogo del provvisorio, dove la sussistenza consiste nel recare con sé solo l’essenziale. Il deserto ti rende povero, uguale all’altro e bisognoso dell’aiuto dell’Altro, è solo in questo momento che tu puoi nuovamente rincontrare, riascoltare, rifare esperienza di Dio: metti la scure all’albero, liberati da ciò che ti sta distraendo, elimina il miraggio che ti ha fatto perdere la direzione; ascolta nuovamente, come i tuoi padri, Dio, lasciati purificare dal fuoco del suo amore perché il tuo piede non sia più ingannato dal terreno che calpesta e la tua direzione diventi sempre più lesta verso Cristo che ti attende. Se vuoi acquistare coscienza di quello che sei, di capire verso quale “fine” sei indirizzato, vieni qui nel deserto, riprendi le misure dal tuo essere creatura e passando come i padri dell’esodo ancora una volta per il Giordano, sarai nuovamente lavato, per poi rinnovare il tuo ingresso nella terra che il Signore ti ha donato. Per raggiungere il “fine” è necessario edificare il Regno dei cieli, far sì che la creazione tramite la nostra azione amorevole ed efficace, si manifesti così come Dio l’ha pensata. La salvezza non è un progetto che inizia nell’oltre vita, ma già da ora sei entrato in questa storia sin dal momento della tua nascita. Non ci sarà più bisogno di nessun mediatore come Mosè, né di nessun profeta, il Messia con il battesimo, ci ha inserito nella vita dello Spirito: siamo fortemente legati a Dio, siamo pienamente suoi figli e proprio per questo motivo siamo in grado di comprendere il senso del creato, il significato della nostra singola esistenza.