III Domenica di Pasqua

At 5,27b-32.40b-41; Ap 5,11-14; Gv 21,1-19

Il Maestro è davvero originale… non avrebbe potuto scegliere un altro contesto per manifestarsi? Arriva proprio nel bel mezzo del lavoro quotidiano, quello che garantisce la sussistenza, che procura il cibo, che costruisce il presente e l’avvenire dell’esistenza?
Non solo. Coglie i sette discepoli in un momento di estrema frustrazione: tutta la fatica del lavoro notturno non ha reso un bel nulla. Ha lasciato solo la scia della stanchezza e della precarietà.
Non manca il superfluo, non manca il denaro per lo svago, per il divertimento, per la crociera. Manca l’indispensabile: i discepoli sono a stomaco vuoto e sarebbero dovuti rimanere così fino alla notte successiva. Magari patendo l’aspettativa frustrante, un’altra volta, di rimanere a reti vuote e a stomaco vuoto.

La depressione è tale che si fidano di una persona ignota, che non si identifica, che butta lì un suggerimento che, a prima vista, sembrerebbe proprio balordo: i sette pescatori avevano gettato la rete solo a sinistra? Non si erano premurati di gettarla anche a destra?
Sono talmente disperati da prestare credito, vincere la stanchezza e riprovare.
Significa rimettere la barca in acqua, riprendere le reti, allontanarsi dalla riva e gettarle in acqua. Con quale animo? Quello dell’ultima possibilità di sopravvivenza?
Ancora non avvertono la Sua presenza. Sono in balia di forze di resilienza umana.
Solo l’esito, clamoroso e vincente, decisamente opposto al fallimento antecedente scuote l’animo del discepolo che “Gesù amava”. Riconosce nell’abbondanza, nel soccorso gratuito, il gesto magnanimo, ampio, di Colui che li aveva chiamati a seguirLo e prorompe in un grido: “È il Signore!”.

Non si butta in mare però. Ancora una volta Pietro lo precede per impulso ma anche per fede.
E gli altri? Sapevano ma erano ammutoliti. Sgomenti per una realtà che li superava? Increduli malgrado sapessero?
La pedagogia di Gesù Risorto è pragmatica, passa ai fatti, alla concretezza. Sovviene alla loro necessità ma fa comprendere come sia necessario trapassare i fatti e scorgervi ben altro: un amore che magnetizza e richiede una risposta totale, sondata da tre domande inquietanti perché riproposte.
La risposta di Pietro può essere nostra, anche nel groviglio delle difficoltà quotidiane, nella matassa arruffata di delusione, attese stroncate e reali carenze. Eppure se si accetta di seguirLo, la realtà si plasma diversamente, Egli soccorre, proprio nel momento più dolente.
“Seguimi”, vale per tutti noi in ogni evento dell’esistenza.