Domenica 22 gennaio

Is 8,23-9,3; Salmo 26; 1Cor 1,10-13.17; Mt 4,12-23

Tutto in un’indicazione: “Il regno dei cieli è qui”, in un comando: “Convertitevi”, in un invito: “Seguitemi”. Tre parole allacciate tra loro.

Primo. Il Signore è in mezzo a noi. Il suo Regno c’è perché Satana è vinto. Non c’è posto per entrambi; uno solo è il Kyrios, il Signore. Da qui l’appello alla scelta di Dio e alla rinuncia del male perché si compia la profezia di Isaia e sul popolo “immerso nelle tenebre” e su coloro che “dimoravano in terra e ombra di morte” si alzi una grande luce. Dopo l’attività di Giovanni il Battista, il ministero pubblico di Gesù inizia proprio dalla Galilea, terra di tutte le genti e ponte fra Israele e il resto del mondo, perché la persona di Gesù è vista come il sorgere del sole, come l’aurora del giorno nuovo; in Lui la nostra notte si apre al giorno di Dio.

Secondo. Gesù, fin dall’inizio, non fa prediche morali, né offre spiegazioni filosofiche, ma invita alla conversione, al cambiamento di mente e di cuore, di occhi e di vita. Volgersi alla vita, alla luce, è l’unica condizione per entrare nel giorno che è già arrivato in Gesù e che è il Regno del Padre dove noi viviamo da figli e da fratelli.

Terzo. Chi si “converte”, chi cambia la direzione dei propri passi, va dietro a Gesù. La fede cristiana è tutta qui, non innanzitutto una dottrina o una pratica, ma una relazione personale con Gesù, una sequela in risposta ad una chiamata. Per questo che il Cristianesimo, fin dalle origini, fu chiamato “cammino”, “via”.

Tutti noi, “pescati” dall’amore di Dio nel fondo della paura e dello smarrimento, diventiamo a nostra volta pescatori-di-uomini come Pietro e Andrea, come Giacomo e Giovanni. Il racconto di queste due chiamate è emblematico di ogni vocazione: inizia con Dio che ci viene incontro e termina con noi che andiamo dietro a lui. Non conta quello che si lascia. Il Regno porta con sé, sempre, la promessa e la misura del centuplo. Cento volte tanto in case, campi, madri, fratelli.

Oggi la parola fratello risuona quattro volte per ricordarci la chiamata alla fraternità universale. Figli di Dio, fratelli fra noi. In tempi notturni ascoltiamo l’eco della domanda di Isaia: “Sentinella, quanto resta della notte?”. E la sentinella rispose: “Viene il mattino… convertitevi, venite!”. La notte finisce quando vedi un uomo e lo riconosci fratello.

“Venite” e “vi farò”: si diventa pescatori solo dopo aver imparato ad andare dietro a Gesù. Questa è l’unica cosa che dobbiamo fare, il resto lo fa Lui.

L’arazzo di Raffaello
È rappresentata la vocazione di Pietro dopo la pesca miracolosa. Un paesaggio mattutino incantevole. Sull’acqua limpida dai molti riflessi, le due barche piccole per far risaltare i personaggi. Gesù è maestoso e calmo. Gli altri sono emozionati per il miracolo. Pietro e Andrea riconoscono il Salvatore e lo adorano. Sull’altra barca Zebedeo e i suoi due figli sono ancora assorti nel lavoro.