Una paternità esemplare

Come penso sia noto, quest'anno la ricorrenza di S. Giuseppe sposo di Maria, pur rimanendo "solennità", si celebra liturgicamente il lunedì 20 marzo per il sovrapporsi con la IV domenica di Quaresima, tanta è l'importanza che la Chiesa assegna alle domeniche di questo "tempo forte". Ma il 19 marzo, cioè oggi, resta punto di riferimento sia a livello ecclesiale (la festa nelle comunità intitolate al santo) che popolare (le varie sagre, ma anche la tradizionale "festa del papà" che penso nessuno faccia slittare...).

Come penso sia noto, quest’anno la ricorrenza di S. Giuseppe sposo di Maria, pur rimanendo “solennità”, si celebra liturgicamente il lunedì 20 marzo per il sovrapporsi con la IV domenica di Quaresima, tanta è l’importanza che la Chiesa assegna alle domeniche di questo “tempo forte”. Ma il 19 marzo, cioè oggi, resta punto di riferimento sia a livello ecclesiale (la festa nelle comunità intitolate al santo) che popolare (le varie sagre, ma anche la tradizionale “festa del papà” che penso nessuno faccia slittare…). In questa data, inoltre, a livello diocesano, celebriamo il 150° di fondazione della Congregazione delle Serve di Maria Addolorata di Chioggia con uno speciale concerto il 18 e una messa solenne del vescovo il 19. Occasione, comunque, per meditare ancora una volta sulla figura e sul ruolo singolare di S. Giuseppe nella Santa Famiglia di Nazareth, “sposo” di Maria e, per quanto “padre”, anche “figlio del Figlio”; nella Chiesa di cui è stato proclamato patrono universale e il cui nome viene ricordato in tutti i canoni eucaristici per volontà ispirata di papa Benedetto, Joseph Ratzinger. La nota evangelica più evidente è il suo “silenzio”, che rivela umiltà e obbedienza; e ancora la sua perfetta identità di “uomo giusto”; il suo compito di “custode” del Figlio di Dio ed anche di suo “precettore”, si può dire, nella familiarità con la Bibbia e nel lavoro.
Sul 150° delle “nostre” Serve di Maria, è bello ricordare che P. Emilio volle porre sotto la sua protezione la Congregazione che fondava nella “casa madre” di calle Manfredi ugualmente a lui intitolata, quasi presago che la sua nuova comunità sarebbe stata pienamente inserita nel patrocinio più ampio che gli venne riconosciuto più tardi per la Chiesa universale, oltre che nel perenne patrocinio ecclesiale di Maria, da lui venerata come Addolorata. In questo caso, dunque, è occasione per rendere grazie della sua persona e della sua opera portata avanti insieme alla cofondatrice M. Elisa – a confermare si vale sempre di più se accanto a un uomo c’è una donna, in famiglia, nella società, nella politica ed economia, e nella Chiesa. Grazie anche per la testimonianza di consacrazione e di donazione delle nostre Suore e per le loro “opere” di promozione umana che annuncia la “bella notizia” di Gesù, ad una delle quali è dedicata anche la colletta quaresimale di quest’anno.
Infine la “festa del papà”: è significativo che venga scelto uno che non è “padre secondo la carne”, ma padre in senso non meno vero. Come a dire che la paternità autentica non è tanto e solo quella biologica, ma quella che si cura e si carica con amore del compito genitoriale ed educativo. In fondo, P. Emilio volle essere un segno di questa “paternità” spirituale e universale che fa assomigliare a Dio, come vogliamo augurare oggi anche a tutti i papà.