Dio non lascia mai solo il suo gregge

Ci sono dei passaggi nella vita che sono scanditi dallo scorrere del tempo. Sono passaggi che per certi versi si attendono, ma che quando arrivano colgono comunque un po’ sempre di sorpresa perché segnano, comunque, un cambiamento sostanziale e definitivo, per sé e per gli altri. Questo vale anche per il raggiungimento dell’età pensionabile, passaggio importante che riguarda anche i presbiteri e i vescovi.

(Foto Siciliani-Gennari/SIR)

Ci sono dei passaggi nella vita che sono scanditi dallo scorrere del tempo. Sono passaggi che per certi versi si attendono, ma che quando arrivano colgono comunque un po’ sempre di sorpresa perché segnano, comunque, un cambiamento sostanziale e definitivo, per sé e per gli altri. Questo vale anche per il raggiungimento dell’età pensionabile, passaggio importante che riguarda anche i presbiteri e i vescovi.
E così sapevamo tutti che con il compimento dei 75 anni il 15 giugno scorso il nostro vescovo Beniamino aveva raggiunto l’età in cui, in base al diritto canonico, i vescovi presentano le proprie dimissioni al Santo Padre. Poi quando venerdì mattina 23 settembre è arrivata la convocazione da parte del Vicario Generale don Lorenzo Zaupa al Centro Onisto per un annuncio importante da parte di mons. Pizziol riguardante la vita della Diocesi, abbiamo capito che il momento era giunto.
E così abbiamo conosciuto per la prima volta il nome del vescovo Giuliano Brugnotto, ci siamo sentiti naturalmente uniti alla chiesa sorella di Treviso, ci siamo emozionati ad ascoltare le prime parole di saluto del nuovo nostro pastore e dal cogliere la serenità e la soddisfazione nel vescovo Beniamino per un passaggio da lui vissuto e preparato con cura, che è riuscito a gestire in modo riservato fino all’ultimo.
Ci sono ora da attendere i tempi normali di avvicendamento che dovrebbero essere, a quanto hanno dichiarato sia da Pizziol che da Brugnotto, entro il prossimo dicembre. In tutto questo, per chi vive l’appartenenza alla comunità ecclesiale in modo filiale, l’esperienza ha ben poco di burocratico e ancora meno di spettacolare. Il passaggio da un pastore al suo successore è, infatti, prima di tutto un’esperienza ecclesiale e spirituale: la fondamentale e consolante conferma che Dio non lascia mai solo il suo gregge e che si preoccupa sempre di avere qualcuno che lo guidi, qualcuno che si porti addosso, come raccomanda papa Francesco, l’odore delle pecore e indichi loro la strada.
Sarà questo un tempo che ci consentirà un po’ alla volta di conoscere il vescovo Brugnotto – già cominciamo in questo numero del giornale con un’intervista esclusiva che sarà trasmessa integralmente anche su radio Oreb e sulle Tv locali – mentre la vita ecclesiale procede secondo le linee che il vescovo Beniamino ci ha affidato a Monte Berico il 7 settembre e secondo quello stile sinodale che da un po’ di tempo a questa parte come laici, religiosi e presbiteri stiamo cercando di capire che cosa significhi concretamente nella vita delle nostre comunità.
Il vescovo Giuliano nel suo saluto alla nostra diocesi ha indicato la compassione e la solidarietà come atteggiamenti con cui abitare questo tempo complesso e sofferto. È questa una indicazione quanto mai preziosa anche all’indomani di un appuntamento elettorale che apre una nuova stagione politica nel Paese. C’è da augurarsi che queste due dimensioni animino anche l’azione dei nostri rappresentanti in Parlamento e diventino riferimento concreto delle risposte che dovranno essere trovate alle molte questioni sul tappeto.
Ci sarà tempo per condividere il cammino, ci auguriamo lungo e fecondo, insieme al nuovo vescovo Giuliano. Intanto proseguiamo la strada con mons. Pizziol con il desiderio che davvero cresca la capacità di camminare insieme.
Questo tempo di passaggio, può diventare spazio fecondo tanto in quanto sapremo fare anche esperienza di preghiera uniti al vescovo Beniamino e al vescovo Giuliano, con spirito riconoscente a Dio.

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