Il Papa e gli adolescenti. Se avete paura del buio, ditelo

C’era un bel sole, l’aria era chiara e trasparente, ma nel cuore degli uomini era ancora buio: la Pasqua è venuta a portare una luce di cui mai come quest’anno avevamo tanto bisogno. Abbiamo vissuto i giorni, le settimane, i mesi prima con la sensazione di avere sempre un’ombra dentro di noi, una nuvola che attraversava il nostro cielo. Gli orrori della guerra, le morti per il Covid, la povertà e i sacrifici economici per tante famiglie, la paura di un pericolo incombente: si vive in un’atmosfera cupa; non è mai tutto limpido, tutto risolto.

(Foto Vatican Media/SIR)

C’era un bel sole, l’aria era chiara e trasparente, ma nel cuore degli uomini era ancora buio: la Pasqua è venuta a portare una luce di cui mai come quest’anno avevamo tanto bisogno. Abbiamo vissuto i giorni, le settimane, i mesi prima con la sensazione di avere sempre un’ombra dentro di noi, una nuvola che attraversava il nostro cielo. Gli orrori della guerra, le morti per il Covid, la povertà e i sacrifici economici per tante famiglie, la paura di un pericolo incombente: si vive in un’atmosfera cupa; non è mai tutto limpido, tutto risolto. Andiamo avanti così da troppo tempo. Poi siamo passati attraverso la luce della Pasqua e tutto si è rischiarato. Ricordate quando da bambini avevate paura del buio? Quando non volevate entrare in una stanza, percorrere il corridoio, addormentarvi nel lettino se le luci erano spente? La mamma e il papà vi hanno preso per mano, vi hanno aiutato a sconfiggere mostri immaginari e strani fantasmi che non esistevano. La forza della nostra fede viene dal gesto di un Padre che accende l’interruttore della luce e vince la morte. L’ha usata anche Papa Francesco questa immagine del buio parlando ai giovani che ha incontrato in piazza San Pietro il Lunedì dell’Angelo. Centomila adolescenti, giunti da ogni regione italiana, di età compresa tra i 12 e i 17 anni, coi loro cappellini colorati e le croci appese al collo tra i quali anche un folto gruppo della nostra Diocesi, guidati dalla Pastorale Giovanile, che hanno già riempito la pagina FB del Popolo con le foto piene di sorrisi, abbracci, entusiasmo. «Non bisogna vergognarsi di dire: ho paura del buio! – ha detto Bergoglio – Ma, tutti noi abbiamo paura del buio. Le paure vanno dette, le paure si devono esprimere per poter cacciarle via. Ricordate questo: le paure vanno dette. A chi? A papà, alla mamma, all’amico, all’amica, alla persona che può aiutarvi. Vanno messe alla luce. E quando le paure, che sono nelle tenebre, vanno nella luce, scoppia la verità. Non scoraggiatevi». Più di un’ora di dialogo e preghiere, canti, esperienze e testimonianze di vita vissuta alla luce del Vangelo di Giovanni 21, 1-19, la splendida pagina della pesca miracolosa. Come i discepoli intorno a Gesù in quella notte sul lago di Tiberiade, così i giovani erano intorno al Papa per rinnovare il “sì” a Dio. Questo è stato #Seguimi, la Veglia che ha chiuso il loro pellegrinaggio a Roma. Dunque le “crisi” vanno illuminate con la condivisione, con la parola, con il dialogo a partire dalla famiglia, perché non siamo mai soli. Francesco ha indicato due modelli da seguire: Giovanni che col suo “fiuto” riconosce per primo Gesù sulle rive del Lago, e Pietro un discepolo “speciale” e coraggioso che si tuffa per incontrare il Signore, proprio lui che lo aveva rinnegato tre volte. «Voi avete il fiuto: non perdetelo! Il fiuto di dire: questo è vero, questo non è vero, questo non va bene, il fiuto di trovare il Signore. Il fiuto della Verità. Vi auguro di avere il fiuto di Giovanni, ma anche il coraggio di Pietro». C’era un’energia positiva che correva nella piazza e che arriva fino a noi per suggerirci che, nonostante il mondo ci dica il contrario, possiamo avere ancora la forza per cambiare le cose se accettiamo di essere amati da Dio. Basta seguire l’esempio di Maria che, quando ha ricevuto l’annuncio dell’Angelo ed è rimasta incinta, aveva più o meno l’età di quegli adolescenti e ciò che ha fatto è stato di una straordinaria semplicità. Ha detto «eccomi!». Non ha avuto paura. «Non vergognatevi dei vostri slanci di generosità: il fiuto vi porti alla generosità. – ha concluso il Papa – Buttatevi nella vita. “Eh, Padre, ma io non so nuotare, ho paura della vita!”: avete chi vi accompagna, cercate qualcuno che vi accompagni. Ma non abbiate paura della vita, per favore! Abbiate paura della morte, della morte dell’anima, della morte del futuro, della chiusura del cuore: di questo abbiate paura. Ma della vita, no: la vita è bella, la vita è per viverla e per darla agli altri, la vita è per condividerla con gli altri, non per chiuderla in se stessa».

Altri articoli in Chiesa

Chiesa