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Legionari di Cristo: relazione sugli abusi. Le misure di prevenzione e il progetto “Ambienti sicuri”

La Congregazione diffonde oggi i nomi dei 27 i sacerdoti che hanno commesso abusi su circa 170 minori in diversi Paesi del mondo. Rappresentano circa il 2% dei 1.380 presbiteri ordinati in tutta la storia dei Legionari di Cristo. Prosegue intanto il cammino “verso una cultura di abusi zero” che, in collaborazione con Eshmá, mira ad accogliere, ascoltare e accompagnare le vittime

(Foto Siciliani-Gennari/SIR)

“Fare verità, fare giustizia, sanare”. È questo l’eloquente titolo della Relazione annuale resa pubblica oggi dai Legionari di Cristo che, a 10 anni dall’avvio di un “percorso di rinnovamento” seguito allo scandalo per abusi che ha visto coinvolto il loro fondatore, compiono

un ulteriore passo “nel cammino di richiesta di perdono e di attivazione di numerose iniziative volte a tutelare i minori e gli adulti vulnerabili”.

Proprio un anno fa, il Capitolo Generale aveva affermato, rivolgendosi alle vittime e alle loro famiglie, che “vogliamo convertirci e riparare con azioni concrete”. Ma il cammino “verso una cultura di abusi zero” è partito più di 15 anni fa quando – prima sotto con il governo dell’allora direttore generale della Congregazione, padre Álvaro Corcuera, e successivamente sotto la direzione del delegato pontificio, il card. Velasio De Paolis – i Legionari di Cristo hanno “preso coscienza, in un processo lento e doloroso, degli abusi commessi dal suo fondatore, p. Maciel e delle conseguenze che hanno lasciato nella Congregazione”. È del novembre 2019 la “Relazione 1941-2019 sul fenomeno dell’abuso sessuale di minori nella Congregazione dei Legionari di Cristo, dalla sua fondazione”, preparata in vista del Capitolo Generale della Congregazione, che si è svolto ad inizio 2020. Da quell’assise è uscito il documento “Conversione e riparazione” con il quale la Legione ha indirizzato “un’esplicita richiesta di perdono” alle vittime di abusi e alle loro famiglie. Allo stesso tempo, è stato approvato il documento “Proteggere e guarire” che ha individuato principi e protocolli di azione per aiutarle a sanare e favorire la riconciliazione con le vittime di abuso oltreché prevedere il rafforzamento di misure di prevenzione e la creazione di Ambienti Sicuri nella Congregazione.

Nella Relazione, diffusa oggi a livello mondiale, vengono spiegate le ragioni per cui

i Legionari di Cristo hanno deciso di pubblicare i nomi dei sacerdoti della Congregazione che hanno commesso abusi su minori.

Si tratta di un aggiornamento delle statistiche sui casi di abuso nel periodo 1941-2020 che tiene conto degli “avanzamenti dei casi nei tribunali civili o ecclesiastici” oltreché di “informazioni ricevute successivamente” alla Relazione 1941-2019. Ad oggi, il numero totale di sacerdoti Legionari di Cristo di cui si sa che hanno commesso abuso sessuale contro un minore è di 27. “Questo numero – viene spiegato – rappresenta il 2% dei 1.380 Legionari di Cristo che sono stati ordinati sacerdoti in tutta la storia della Congregazione”.

Sono invece circa 170 i minori (inclusi i circa 60 conosciuti di quelli abusati da padre Marcial Maciel Degollado) dei quali i Legionari di Cristo sanno essere stati vittime degli abusi sessuali commessi dai 27 sacerdoti.

Per la maggioranza, si tratta di adolescenti maschi, con età compresa tra 11 e 16 anni. Per circa 50 di queste vittime di sacerdoti della Congregazione, si è portato avanti “un percorso di riparazione e riconciliazione, con la volontà di aprire lo stesso percorso a tutte le vittime che lo desiderino”.
Sul fronte della giustizia penale, dei 27 sacerdoti coinvolti, tre sono morti senza andare in giudizio, due sono stati condannati in un processo. “Gli altri, fino a ora – si legge nel testo – non hanno subito un processo per diversi motivi, come le leggi vigenti nei diversi Paesi o la scadenza della prescrizione”. Sul fronte canonico, invece, dei 27 sacerdoti, due sono morti senza giudizio, 16 sono stati sanzionati, 8 sono attualmente sotto processo canonico, 1 ha ricevuto la dispensa dal ministero senza giudizio. “È stato richiesto alla Santa Sede di togliere la prescrizione di 8 di questi casi perché possano essere rimandati a giudizio”, viene precisato, aggiungendo che “tutti i casi dei 16 sacerdoti che hanno commesso abuso e sono ancora nella congregazione dei Legionari di Cristo, sono stati presentati alla Congregazione per la Dottrina della Fede”.

Al momento, si legge nella Relazione, “la Congregazione non ha ricevuto nessuna denuncia, contro membri sacerdoti per presunti abusi sessuali di minori, successiva al 2016”.

Riguardo ai 74 Legionari individuati nella Relazione 1941-2019 che avrebbero commesso abusi mentre erano novizi o religiosi in formazione, 60 (l’81,08 %) non sono arrivati all’ordinazione sacerdotale nella Congregazione. Nel corso del 2020, sono stati ulteriormente studiati i 14 casi che sono arrivati al sacerdozio: in uno dei casi, in cui il sacerdote è morto, la persona che a suo tempo aveva fatto la segnalazione, ha chiarito, dopo la pubblicazione della Relazione 1941-2029 che non si è trattato di un abuso sessuale; in tre dei casi, che la Relazione 1941-2019 ha indicato come “sotto inchiesta”, i rispettivi consigli di revisione sono arrivati alla conclusione che “dai fatti risulta una trasgressione dei limiti, ma non abusi sessuali”; tre casi sono tuttora sotto indagine mentre gli altri sette casi sono stati confermati. Di questi, specifica il documento, “uno è morto, due sono senza ministero sacerdotale pubblico, uno non è sotto la giurisdizione della Congregazione e tre hanno lasciato il sacerdozio. Due di questi sette hanno commesso abusi mentre erano sacerdoti”.

Questo il quadro aggiornato, in base anche agli impegni presi dal Capitolo Generale 2020 e dall’attuale direttore generale della Congregazione, padre John Lane Connor. Lo scorso anno, infatti, consapevoli che “l’abuso sessuale sui minori è una delle realtà traumatiche che più intensamente e profondamente colpiscono l’essere umano”, e che “il processo di risanamento, spesso lungo e difficile, richiede un accompagnamento adeguato”, i Legionari di Cristo hanno creato una collaborazione internazionale stabile con Eshmá, un’istituzione professionale e indipendente per l’assistenza delle vittime che è stata fondata da persone che hanno vissuto in prima persona la vittimizzazione da abuso sessuale infantile oltreché da terapeuti, assistenti sociali e giuristi, esperti in giustizia riparativa. Eshmá, che ha già iniziato a seguire alcune vittime in diversi Paesi, è ritenuto

“un canale sicuro e indipendente di denuncia”

e offre accoglienza, ascolto e accompagnamento alle vittime.

Per quanto riguarda la situazione italiana, la Relazione non introduce novità rispetto ai casi – già noti da anni – che hanno visto coinvolti padre Marcial Maciel Degollado e il messicano Vladimir Reséndiz Gutiérrez. Ciononostante, si legge in una nota, “noi, Legionari di Cristo del Territorio d’Italia, soffriamo con tutta la Congregazione per il dolore e lo scandalo che alcuni suoi membri hanno provocato nel tempo a chi ha subito un abuso, alla sua famiglia, alla Chiesa tutta. Ci sentiamo impegnati nel cammino di richiesta di perdono e di attivazione di numerose iniziative volte a tutelare i minori e gli adulti vulnerabili”. In questa occasione viene ribadita la disponibilità “all’ascolto di eventuali altre vittime” che non abbiano ancora avuto l’opportunità di denunciare quanto subito negli anni passati tramite il progetto “Ambienti sicuri”. Attualmente, vivono in Italia alcune persone che hanno commesso abusi in altri Paesi del mondo e che non svolgono alcun ministero per la Legione.

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