Passione e curiosità

Passione e curiosità, due caratteristiche che non possono mancare in chi ha ambizioni da giornalista. 'Per conoscere bisogna incontrare', scrive il Papa. Che tradotto significa: per raccontare bisogna esserci, bisogna stare sul posto, bisogna fare domande, ascoltare, sintonizzarsi con la realtà, piccola o grande non fa differenza

foto SIR/Marco Calvarese

Papa Francesco non è andato per il sottile e ha tirato le orecchie a noi giornalisti. Lo ha detto a chiare parole, in occasione della festa del patrono (cfr. pagina 16 edizione cartacea), come è nel suo stile diretto e senza troppe mediazioni. Dovete uscire dalle vostre redazioni, se volete raccontare il mondo per quello che è. Altrimenti sarete megafono di chi ha già fin troppa voce.

Il pericolo è dietro l’angolo e le nuove tecnologie ci inchiodano davanti agli schermi perché non vogliamo perderci l’ultima email, l’ultimo comunicato stampa, l’ultima notizia apparsa sulle agenzie e sui social. La crisi delle aziende editoriali ci mette del suo, con sempre più mansioni da svolgere e sempre meno risorse economiche da investire. Il gioco è presto fatto e diventa a volte inevitabile rimanere incollati alla scrivania. Presi da troppe incombenze, il pericolo di perdersi tra esigenze contrastanti pende sul capo di tutti i comunicatori.

Nonostante le difficoltà e le resistenze, Francesco ci dice tutt’altro, con il coraggio che gli è consueto. ‘Vieni e vedrai’, ci ricorda, andando a prestito dal Vangelo. Se vuoi raccontare, se vuoi fare il giornalista, se vuoi esserlo davvero, devi scendere in strada e consumarti le scarpe. Devi mettere occhi, cuore e orecchi a stretto contatto con ciò che ti circonda. Non serve a nulla essere presenti sul territorio se si vive attaccati alla sedia, se non si ascoltano i bisogni della gente, se non si raccontano le storie dei tanti santi del quotidiano a cui nessuno fa caso. Se non si vede chi ti passa accanto. Rischiamo di fare come il sacerdote e il levita della parabola del buon samaritano: alimentiamo la globalizzazione dell’indifferenza.

Invece, dice Francesco, ci vogliono passione e curiosità, due caratteristiche che non possono mancare in chi ha ambizioni da giornalista. ‘Per conoscere bisogna incontrare’, scrive il Papa. Che tradotto significa: per raccontare bisogna esserci, bisogna stare sul posto, bisogna fare domande, ascoltare, sintonizzarsi con la realtà, piccola o grande non fa differenza.

‘Incontrare le persone dove e come sono’, ricorda Bergoglio, senza sdolcinature e senza forzature. Dare voce a quel che accade, a tutto, senza escludere nulla. Farsi affascinare da quanto succede, come è avvenuto con l’esperienza cristiana che si è diffusa per contagio, per bellezza, per innamoramento, si potrebbe dire.
Allora sarà bello ed entusiasmante ‘andare, vedere e condividere’ quello che c’è da raccontare e anche come sarà sempre in grado di sorprenderci.

Sta tutta qui la bellezza della nostra professione, quella che si cura della persona umana. Con la parola si trattano le persone. È bene non dimenticarlo mai.

(*) direttore del “Corriere Cesenate” (Cesena)