Da “Evangelii gaudium” a “Fratelli tutti”

C’è una linea costante che unisce le parole
di papa Francesco, a cominciare dalla “Evangelii gaudium” che è, lo ricordiamo, il testo base per comprendere il suo magistero. In particolare, viene in mente l’espressione al n. 53: “Questa economia uccide”. Era una constatazione e non una posizione ideologica.

(Foto Vatican Media/SIR)

C’è una linea costan-te che unisce le parole
di papa Francesco, a cominciare dalla “Evangelii gaudium” che è, lo ricordiamo, il testo base per comprendere il suo magistero. In particolare, viene in mente l’espres- sione al n. 53: “Questa economia uccide”. Era una constatazione e non una posizione ideologica. Dopo alcuni anni, il Papa ha pubblicato l’encicli-
ca “Laudato Sì”, che ha determinato un cambio
di passo nelle ri essioni globali. Anche qui Fran- cesco prosegue la ri es- sione: “I poteri economici continuano a giusti care l’attuale sistema mondia- le, in cui prevalgono una speculazione e una ricer- ca della rendita nanziaria che tendono a ignorare ogni contesto e gli effetti sulla dignità umana e sull’ambiente” (LS 56). Questa ricerca del pro tto a qualsiasi costo è la cau- sa principale del degrado dell’ambiente e della convivenza umana. Ora è uscita la nuova enciclica “Fratelli tutti”; anche questo titolo è preso da uno scritto di Francesco di Assisi. C’è bisogno di un ulteriore approfondimento per contra- stare le concause che hanno generato l’attuale crisi. Il sistema produttivo ha fatto aumentare la disparità sociale. È mancata la promozione dei Paesi poveri, dei poveri assoluti che vivono con un dollaro al giorno. È dif cile l’accesso universale alle cure mediche di base, soprat- tutto ai prossimi vaccini per il covid. All’appello del Papa
si stanno unendo molti movimenti; se si deve privilegiare qualcuno “sia il più povero, il più vulnerabile”, ha ribadito il Papa in una catechesi del mercoledì. La nuova enciclica interpella l’intera comunità umana per un cambio di rotta e s’ispira alla spiritualità di San Francesco, traendo spunto dai suoi scritti. È proprio sulla sua tomba che il 3 ottobre papa Francesco ha rmato l’enciclica sulla fraternità e il 4 ottobre, festività del Santo, è stata pubblicata. La rece- piamo come un antidoto al coronavirus, all’indifferenza
e alla cultura dello scarto. Le ri essioni sull’epidemia ci riportano alla necessità di intervenire per risanare la “casa comune”, riducendo le conseguenze dei disastri ambien- tali, delle crisi umanitarie (cause di migrazioni) e della crescente disuguaglianza sociale. Al meeting “Ambroset- ti” a Cernobbio, il Papa ha detto: “Dall’esperienza della pandemia tutti stiamo imparando che nessuno si salva da solo, abbiamo toccato con mano la fragilità che ci segna e ci accomuna. Abbiamo compreso meglio che ogni scel-
ta personale ricade sulla vita del prossimo. Siamo stati costretti dagli eventi a guardare in faccia la nostra reci- proca appartenenza, il nostro essere fratelli in una casa comune”.

(*) direttore “Il Momento” (Forlì)

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