Mostra Women’s cry: Beltrami, “ogni inquadratura mostra un dramma, ma sempre con profonda speranza”

(Foto Women’s Cry)

“Ogni inquadratura mostra un dramma, ma lo fa sempre con profonda speranza”. “Abbiamo scelto di raccontare questa speranza, quel fiore nel deserto, quella forza delle donne per andare avanti”. Così Lia Giovanazzi Beltrami, regista, produttrice, art director, ideatrice e curatrice della mostra fotografica “Women’s Cry”, ha descritto la mostra fotografica visitabile nel colonnato di sinistra di piazza San Pietro fino al 28 maggio. “L’idea della mostra nasce nell’ambito di ‘Emotions to Generate Change’, il luogo-non-luogo dove l’arte tocca le emozioni più profonde e porta a un cambiamento personale e sociale”, ha spiegato la relatrice, durante la presentazione in sala stampa vaticana: “In un mondo segnato dalle divisioni profonde, l’arte può offrire uno spazio aperto, una casa comune dove fare sintesi, dove ritrovarsi come umanità unita e in armonia. Parlando di donne, la frattura si fa ancora più profonda, ed è per questo che abbiamo affidato alla fotografia il compito di creare una nuova armonia”. “Con l’Osservatorio Mondiale delle Donne – ha raccontato Beltrami – siamo partite per cercare gli scatti giusti, abbiamo incontrato molte delle donne ritratte e abbiamo provato a raccontare la loro storia, dall’Amazzonia al Bangladesh, dalla Turchia al Togo, dalla Grecia al confine ucraino”. “Vedrete delle ragazzine che ballano in mezzo a una violenta favela del Brasile”, ha anticipato Beltrami soffermandosi su uno dei 26 scatti: “Fanno parte dello spettacolo Laudato si’, Lo spazio della vita sulla terra”. “Saranno qui il 24 maggio – ha annunciato – a ballare tra le foto della mostra, spiegando il progetto di riscatto. Porteranno al Papa il copricapo blu, che vedrete nella foto di Maria Ausiliadora, fatto dalle donne indigene dell’Amazzonia in ringraziamento per la sua vicinanza indispensabile alla sopravvivenza”.

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