Commissione Ue: Patto su migrazione e asilo. “Sostenere Stati più esposti, adempiere obblighi umanitari”. Frontiere e rimpatri

Il “Patto per la migrazione e l’asilo”, proposto oggi dalla Commissione (ora spetta al Parlamento europeo e al Consiglio esaminare e adottare l’intera serie di leggi necessarie per realizzare una vera politica comune Ue in materia) prevede diversi “pilastri”. Il primo pilastro intende “creare fiducia” (nei cittadini europei, negli stessi migranti, nelle istituzioni, negli Stati membri e vicini) mediante “procedure più efficienti e rapide”. In particolare, la Commissione propone di introdurre una procedura di frontiera integrata, che per la prima volta comprende uno screening pre-ingresso che “copra l’identificazione di tutte le persone che attraversano le frontiere esterne dell’Ue senza autorizzazione o che sono state sbarcate dopo un’operazione di ricerca e salvataggio”. Ciò – spiega il documento illustrato a Bruxelles – comporterà anche “un controllo sanitario e di sicurezza, rilevamento delle impronte digitali e registrazione nella banca dati Eurodac”. Dopo lo screening, le persone potranno essere indirizzate alla giusta procedura, sia alla frontiera per determinate categorie di richiedenti, sia nell’ambito di una normale procedura di asilo. “Nell’ambito di questa procedura di frontiera, verranno prese decisioni rapide in materia di asilo o rimpatrio, fornendo una rapida certezza alle persone i cui casi possono essere esaminati rapidamente”. Allo stesso tempo, “tutte le altre procedure saranno migliorate e soggette a un monitoraggio più forte e al sostegno operativo delle agenzie dell’Ue”. L’infrastruttura digitale dell’Unione per la gestione della migrazione “sarà modernizzata per rispecchiare e supportare queste procedure”.
Il secondo pilastro al centro del Patto è l’“equa condivisione di responsabilità e solidarietà”. Gli Stati membri saranno tenuti – se la proposta della Commissione ottenesse forza di legge – ad “agire in modo responsabile e solidale gli uni con gli altri”. Ogni Stato membro, “senza alcuna eccezione, deve contribuire in modo solidale nei periodi di stress, per contribuire a stabilizzare il sistema globale, sostenere gli Stati membri sotto pressione e garantire che l’Unione adempia ai propri obblighi umanitari”. In relazione alle diverse situazioni degli Stati membri e alle fluttuanti pressioni migratorie, la Commissione propone un sistema di contributi flessibili da parte degli Stati membri. “Questi possono variare dalla ricollocazione dei richiedenti asilo dal Paese di primo ingresso all’assunzione della responsabilità per il rimpatrio di persone senza diritto di soggiorno o varie forme di supporto operativo”.

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