Siria: Conferenza Bruxelles, promessi 6,9 miliardi di euro di aiuti per il 2020 e oltre

(Foto AFP/SIR)

“6,9 miliardi di euro per la Siria e i principali Paesi che ospitano rifugiati siriani per il 2020 e oltre”. A tanto ammonta la cifra “promessa” dalla comunità internazionale durante la quarta Conferenza di Bruxelles sul tema “Supportare il futuro della Siria e della regione”, svoltasi, on line, il 30 giugno, cui hanno partecipato 84 delegazioni, tra cui 57 Stati, 10 organizzazioni regionali e istituzioni finanziarie internazionali e 17 agenzie dell’Onu. L’Ue ha promesso di versare il 71%, ovvero 4,9 miliardi di euro (2,3 miliardi di euro dalla Commissione europea e 2,6 miliardi di euro dagli Stati membri dell’Ue). Con questo importo l’Ue rimane il maggiore donatore davanti alla crisi siriana con oltre 20 miliardi di euro di aiuti mobilitati dal 2011 a oggi. La Conferenza, si legge in un comunicato Ue, ha rinnovato il suo sostegno agli sforzi guidati dalle Nazioni Unite per una soluzione politica globale del conflitto e fornito una piattaforma unica per il dialogo con la società civile. Da Bruxelles è emerso che per il 2020 il Piano di risposta umanitaria per la Siria ammonta a 3,4 miliardi di dollari destinati alla sopravvivenza di 9,8 milioni di persone dentro i confini siriani. Servono invece 5,2 miliardi di dollari per il Piano regionale per i rifugiati e la resilienza che serviranno a fornire assistenza umanitaria a più di nove milioni di rifugiati e di comunità vulnerabili sparse tra Libano, Giordania, Iraq, Turchia ed Egitto. La Conferenza ha ribadito anche che la soluzione al conflitto siriano passa attraverso la Conferenza di pace di Ginevra (2012) e la piena attuazione della risoluzione 2254 (2015) del Consiglio di sicurezza dell’Onu che di fatto presuppone un processo politico a guida siriana, facilitato dalle Nazioni Unite, per trovare una soluzione politica utile a soddisfare il popolo siriano. Chiesta anche l’elaborazione di una nuova Costituzione in vista di elezioni libere sotto la supervisione dell’Onu”.
“Quasi 10 anni di guerra hanno significato che metà della popolazione siriana ha dovuto fuggire dalle proprie case. Più di mezzo milione di persone sono morte. Un’intera generazione di bambini siriani ha conosciuto solo la guerra – ha dichiarato Josep Borrell, Alto rappresentante Ue per la politica estera e vicepresidente della Commissione europea -. Il loro futuro e il futuro del loro Paese sono ancora tenuti in ostaggio. L’Europa non può e non distoglierà lo sguardo. Tutti i siriani meritano un futuro migliore e pacifico”. Per il commissario per la gestione delle crisi Janez Lenarčič “La situazione umanitaria in Siria rimane terribile, con la pandemia di coronavirus che aggrava ulteriormente i bisogni delle comunità più vulnerabili”. Il commissario per il vicinato e l’allargamento Olivér Várhelyi ha dichiarato che “con l’impegno di oggi dell’Ue il nostro supporto continua. In tutta la regione, l’Ue ha contribuito a costruire scuole, fornire istruzione, creare reti di sicurezza sociale, generare posti di lavoro e garantire stabilità macroeconomica, a sostegno dei rifugiati e delle comunità ospitanti. E noi lavoreremo per il riavvio economico della regione, per aiutare con il recupero post-Covid-19 e per affrontare i problemi preesistenti”.

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