Siria: Azione contro la fame, “9,3 milioni di persone vivono in condizione di insicurezza alimentare”

In occasione della quarta Conferenza di Bruxelles, svoltasi ieri sul tema “Sostenere il futuro della Siria e della sua regione”, e presieduta da Ue e Onu, Azione contro la fame lancia un appello alla comunità internazionale: “I fondi promessi dagli Stati (6,9 miliardi euro, ndr.) devono continuare, sempre più, a sostenere le popolazioni, allo scopo di consentire agli attori umanitari di far fronte agli effetti della pandemia e, allo stesso tempo, di proseguire i programmi che rispondano alle esigenze già esistenti. L’obiettivo è quello di supportare la resilienza della popolazione e programmare la ripresa”. L’organizzazione ribadisce che la situazione in Siria, al decimo anno di conflitto, “resta critica: oltre ai gravi bisogni umanitari, è infatti necessario rispondere alla crisi sanitaria determinata dalla pandemia di Covid-19. L’80% dei cittadini siriani, già prima dell’emergenza coronavirus, viveva al di sotto della soglia di povertà; migliaia di persone hanno, oggi, perso le proprie fonti di reddito a causa delle misure di contenimento promosse dalle autorità locali”. A questo devono aggiungersi anche le conseguenze della crisi economica, politica e finanziaria nel vicino Libano (dove dal 2011 vivono 1,5 milioni di siriani) e la “spirale inflazionistica” siriana che sta aggravando la situazione. “Molti siriani – denuncia l’ong – sono costretti a prendere in prestito denaro per soddisfare i propri bisogni di base e a mangiare di meno. Durante i precedenti nove anni di crisi, donne e uomini hanno sfruttato tanto i pochi mezzi di sussistenza e i servizi, soprattutto nelle comunità con minori opportunità”, dichiara Simone Garroni, direttore generale di Azione contro la fame. Si stima che siano circa 9,3 milioni i siriani che vivono una condizione di insicurezza alimentare, un numero così alto mai registrato. Il potere d’acquisto è in calo, mentre i prezzi hanno subito, in media, un aumento di oltre il 200% rispetto a un anno fa. “Il costo di quasi un decennio di conflitto in Siria è incalcolabile: gran parte delle infrastrutture del Paese è stata gravemente danneggiata o distrutta, tra cui più della metà degli ospedali pubblici, una scuola su tre e gran parte della rete di approvvigionamento idrico”, conclude Garroni.

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