Coronavirus Covid-19: Ong riunite nel Cini, “stanziare più fondi per aiuti ai Paesi Sud del mondo”

Le Ong riunite nel Cini, si uniscono a tutta la comunità nazionale ed internazionale in questo grave momento per il Paese e per il mondo intero. “La crisi non risparmia nessuno – affermano −. La pandemia farà sentire i suoi effetti anche sulle comunità del Sud del mondo con le quali siamo unite da un imprescindibile legame”. “Dobbiamo prepararci a un possibile doppio impatto nei Paesi partner – osserva il Coordinamento italiano Ong internazionali −. Per affrontare la diffusione diretta del Covid‑19 non è possibile dispiegare i mezzi e le risorse impiegate nel Nord del mondo, c’è quindi bisogno di uno stanziamento di maggiori fondi per gli aiuti di emergenza: le misure prese in queste settimane dagli Stati e dai governi dei Paesi più ricchi dimostrano che quando c’è la volontà politica le risorse vengono trovate”. Il Cini teme “un rallentamento nelle attività di cooperazione allo sviluppo; questo non deve accadere ed è nostro compito agire per primi in questo senso. Siamo quindi preoccupati che i Paesi donatori possano tagliare gli aiuti internazionali, come già accaduto in precedenti situazioni di crisi; un taglio che non farebbe altro che peggiorare l’impatto del virus”. Le Ong chiedono quindi “certezze sulla conferma degli impegni di cooperazione internazionale, includendo nuove misure per sostenere la lotta alla pandemia nei Paesi partner, sul piano sanitario, sociale ed economico”. Sollecitano inoltre interventi nel settore della cooperazione internazionale in Italia, in linea con quanto si può fare per tutto il terzo settore. Tra le misure che vorrebbero vedere incluse nei provvedimenti presi dal governo all’interno dei decreti “Cura Italia”: “Garantire finanziamenti di emergenza per le necessarie varianti onerose delle attività progettuali; anticipazione dei contributi 5×1000 a valere sul 2018 e 2019; fondi di emergenza per far fronte all’impossibilità di svolgere le tradizionali attività di autofinanziamento, con il coinvolgimento della pubblica opinione, che attualmente non si possono realizzare”.

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